Blitz anticamorra contro il clan Di Lauro, 27 arresti: c’è anche il figlio del boss

La svolta imprenditoriale: aste giudiziarie, fabbrica di sigarette e il brand d’abbigliamento “Corleone”. In manette cantante neomelodico e la moglie.

Napoli – Blitz anticamorra contro le attività imprenditoriali e finanziarie del clan di Secondigliano. I carabinieri hanno eseguito un provvedimento di custodia cautelare nei confronti di 27 indagati (tra i destinatari anche Vincenzo Di Lauro, il cantante neomelodico Tony Colombo e la moglie Tina Rispoli, vedova del boss Gaetano Marino,, indiziati a vario titolo dei reati di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione aggravata, violenza privata aggravata, associazione a delinquere finalizzata alle turbative d’asta aggravata agevolata, associazione a delinquere aggravata dall’aver agevolato un clan mafioso e dal carattere della transnazionalità finalizzata al contrabbando dei tabacchi lavorati esteri.

Contestualmente è stato eseguito un provvedimento di sequestro preventivo di beni mobili e immobili per un valore complessivo di circa 8 milioni di euro. Le investigazioni, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, hanno permesso di ricostruire l’operatività del clan Di Lauro tra il 2017 ed il 2021 e documentato la ristrutturazione organizzativa della consorteria pur nel rispetto delle regole imposte da Paolo Di Lauro (Ciruzzo o Milionario detenuto al 41bis dal 2005), tra cui l’assunzione del comando da parte del fratello maggiore d’età non detenuto.

Le indagini hanno evidenziato come, oltre alle tradizionali attività illecite quali stupefacenti, estorsioni ed altro, tra cui le minacce ai familiari di un collaboratore di giustizia, il clan avesse promosso una vera e propria “svolta imprenditoriale”, abbandonando quasi del tutto l’opzione militare dopo le sconfitte subite dagli Scissionisti nelle sanguinose faide per il controllo del territorio e delle piazze di spaccio. In questa nuova prospettiva strategica devono inquadrarsi gli ingenti investimenti clan nel settore delle aste giudiziarie immobiliari, campo nel quale era facile ai malavitosi liberarsi di altri partecipanti tramite minacce e aggiudicarsi gli immobili più ambiti.

Gli investigatori hanno ricostruito anche la collaborazione instaurata dal clan con altre organizzazioni di Secondigliano, come i Licciardi e la Vinella Grassi, intesa finalizzata al raggiungimento di comuni interessi economici nell’aggiudicazione delle aste ma anche a difendere alcuni imprenditori vicina ai Di Lauro da tentativi di estorsione da parte di altre organizzazioni criminali.

Grandi investimenti del clan nelle aste giudiziarie

La diversificazione degli investimenti ha visto il clan gestire, attraverso prestanome, una nota palestra, una sala scommesse e alcuni supermercati, nonché il settore del contrabbando dei tabacchi lavorati esteri. Per lo sviluppo di quest’ultima attività era stata creata un’associazione a delinquere, stabile e transnazionale, diretta dal clan, che si occupava dell’importazioni del tabacco da paesi dell’Est europeo, quali Bulgaria e Ucraina, di circa 1500 Kg di sigarette, e del successivo sistema di distribuzione sul mercato campano, attraverso una rete di grossisti che rifornivano, in conto vendita, i rivenditori al dettaglio e da cui, settimanalmente, venivano prelevate le somme di denaro relative al pagamento delle forniture.

Ma il clan aveva pensato ad un salto di qualità nel commercio illegale delle bionde, impiantando una fabbrica di sigarette alla cui realizzazione avrebbero partecipato finanziariamente anche il noto cantante neo melodico e la moglie con una somma complessiva di circa 500.000 euro. La struttura, ora sequestrata, avrebbe permesso di confezionare direttamente i pacchetti di sigarette da rivendere nel territorio nazionale ovvero esportare all’estero.

L’aspirazione imprenditoriale del clan Di Lauro ha riguardato anche investimenti in società di abbigliamento e, unitamente al citato cantante neo melodico, l’ideazione di un brand d’abbigliamento registrato con marchio CORLEONE, oltre che nella realizzazione di una bevanda energetica denominata 9 mm, evocativi e quasi ammiccanti al mondo della criminalità organizzata.

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