Operazione “tutti a casa”: scoperte frodi fiscali per oltre 280 mila euro

La Guardia di finanza ha concluso una complessa attività di indagine nei confronti di un commerciante di abbigliamento.

Livorno – L’operazione, denominata “Tutti a casa”, origina da un controllo fiscale avviato lo scorso anno nei confronti di un commerciante, nel corso del quale è stato inizialmente riscontrato l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per oltre 120 mila euro.

Le successive attività di polizia giudiziaria, coordinate dalla Procura della Repubblica di Livorno, hanno permesso di rilevare in capo allo stesso anche debiti verso l’erario per oltre 240 mila euro.

A destare ulteriore sospetto un particolare dettaglio che non è sfuggito alle Fiamme gialle: il trasferimento della propria residenza operato dal soggetto in parola un mese dopo l’avvio del controllo fiscale, dalla casa di proprietà, donata poco prima ai figli, a quella di una propria dipendente. Gli approfondimenti condotti dai militari, mediante analisi documentali e riscontri sul campo, hanno consentito di disvelare la fittizietà del predetto trasferimento di residenza, accertando come il soggetto continuasse in realtà a vivere nella vecchia abitazione insieme ai figli e, così, confermando l’ipotesi investigativa di simulata alienazione del bene operata al solo fine di sottrarsi al pagamento delle imposte negli anni accumulate.

Su delega della Procura della Repubblica labronica venivano pertanto eseguiti decreti di sequestro preventivo finalizzato alla confisca del profitto dei reati di cui agli articoli 2 (“Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti”) e 11 (“Sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte”) del D. Lgs. 74/2000, per un totale di oltre 280 mila euro: sequestrati 2 immobili e disponibilità finanziarie rinvenute sui conti correnti intestati all’indagato.

Nell’ottica della trasversalità dell’azione della Guardia di finanza e della massima efficienza delle risorse impiegate, mediante le attività ispettive eseguite è stato possibile anche recuperare una base imponibile sottratta a tassazione per circa 540 mila euro, connessa I.V.A. per circa 124 mila euro ed individuare l’impiego di n. 3 lavoratori dipendenti irregolari, con contestazione di sanzioni amministrative per oltre 100 mila euro in considerazione anche dell’omesso tracciamento delle retribuzioni.

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