Meloni visita Lampedusa a braccetto con Ursula von der Leyen, a Pontida Salvini sta con Marine le Pen: la sfida per le Europee è lanciata.
Roma – Pontida e Lampedusa come l’alfa e l’omega, geografico e politico, della maggioranza di governo. Sullo storico pratone bergamasco il leader della Lega Matteo Salvini fa sapere al suo popolo, ma anche a Giorgia, che lui non ha cambiato idea e sta con Marine Le Pen, nemica giurata di questa Europa. Nelle stesse ore sul fronte caldo dell’emergenza sbarchi Meloni visita Lampedusa insieme a Ursula von der Leyen, la donna che più di tutte incarna l’idea di questa Europa, da sempre indigesta ad ampie fette dell’elettorato di destra.
Il capitano leghista sceglie il tradizionale raduno per vestire la felpa che più gli dona, quella di lotta e di governo, cavalcando due sempreverdi della vulgata bossiana, immigrazione e autonomia, con la spavalda disinvoltura di chi, pur avendo dirette responsabilità di governo, si sente libero di menar fendenti. Sarà così per i prossimi otto mesi, il tempo che ci divide dalle elezioni europee, consultazioni proporzionali dove i partiti, anche quelli alleati, potranno pesare la loro effettiva forza elettorale e regolare conti ed equilibri, più a Roma che a Bruxelles.
Fianco a fianco con Marine, campionessa dell’euroscetticismo, Salvini getta il guanto di sfida alla premier, che nel passaggio dall’opposizione a Palazzo Chigi ha messo la sordina agli slogan più populisti del suo repertorio per scoprirsi convinta atlantista ed europeista, consapevole del disorientamento imposto al suo stesso elettorato. Salvini lo sa e getta sale sulla ferita aperta, convinto che sarà quello il terreno sul quale tentare il sorpasso a destra, e portare a Pontida quei Fratelli d’Italia delusi dalla passerella di Giorgia a Lampedusa.
Nessuno strappo in vista, Salvini giura fedeltà all’esecutivo di cui profetizza un lungo e radioso futuro. Pontida non è il Papeete, altro clima, altri cocktails (dal Mojito alla grappa ci passa un mondo, come da Marine a Ursula) eppure la competizione interna alla maggioranza è lanciata e sarà senza esclusione di colpi. D’altronde Salvini è cresciuto all’ombra di Bossi che al Cavaliere, da alleato, fece vedere i sorci verdi.