La società nel mirino delle Fiamme gialle deve rispondere di utilizzo non corretto dei fondi del Piano Nazionale Transizione 4.0. Immediato il sequestro preventivo dei beni.
Parma – I militari del comando provinciale della Guardia di finanza hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale, su richiesta della locale Procura, nei confronti di una società esercente attività degli studi odontoiatrici, sita a Parma, appartenente a un gruppo che conta 16 centri dislocati su tutto il territorio nazionale.
Con li decreto è stato disposto li sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta e, in alternativa, per equivalente, di beni mobili, immobili e disponibilità liquide fino alla concorrenza dell’ammontare complessivo di 64.164,00 euro da eseguire nei confronti della società di Parma e, in alternativa, del suo rappresentante legale.
L’attività investigativa trae origine da un controllo fiscale nei confronti dello studio odontoiatrico sul corretto utilizzo dei crediti d’imposta contemplati nel Piano Nazionale Transizione 4.0“, parte integrante della Missione 1 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e finalizzato a promuovere la trasformazione digitale delle imprese incentivando – attraverso il riconoscimento di crediti d’imposta – gli investimenti in beni strumentali, attività di ricerca e sviluppo, formazione 4.0 e innovazione tecnologica.
In dettaglio, l’attività ispettiva si è incentrata sulla verifica della genuinità dei crediti astrattamente maturati dalla società nel 2020 e 2021 a seguito di investimenti dichiarati in beni strumentali innovativi a norma della L. nr. 160/2019 e nr. 178/2020 e in corsi di formazione a norma della L nr. 205/2017 e n. 145/2018, per poi essere portati in compensazione di imposte, tributi e contributi previdenziali e assistenziali dovuti dalla società all’erario fino al maggio 2023.
I finanzieri hanno ricostruito l’inesistenza dei suddetti crediti attraverso l’analisi della documentazione e mirate interviste a dieci dipendenti, i quali hanno tutti dichiarato di non aver mai partecipato ad alcuna attività formativa in materia di big data, cloud, analisi dei dati, cyber security, sistemi cyber-fisici, prototipazione rapida, integrazione digitale dei processi aziendali, robotica avanzata e collaborativa. Uiteriore dimostrazione dell’artificiosità dei crediti dichiarati è stata riscontrata nell’assenza della documentazione normativamente prevista e comprovante la formazione del beneficio erariale.
Infatti, durante l’attività ispettiva la società non è stata in grado di esibire la certificazione obbligatoria rilasciata dall’incaricato della revisione legale dei conti che attesti l’effettivo sostenimento delle spese di formazione e la loro corrispondenza alla documentazione contabile, il pagamento nei confronti della società gestore della piattaforma di formazione online, l’elenco nominativo dei dipendenti discenti e i relativi registri, il prospetto riepilogativo delle ore di formazione somministrate, la relazione illustrativa su modalità e contenuti delle attività, e la dichiarazione del rappresentante legale che attesti per ciascun dipendente i risultati prodotti dall’investimento.
Al termine del controllo, il rappresentante legale della società è stato dunque denunciato alla Procura della Repubblica di Parma per violazione dell’art. 10 quater comma 2 del D.Lgs. 74/2000 (“Indebita compensazione“) per aver effettuato, mediante crediti inesistenti, indebite compensazioni di debiti tributari, previdenziali ed assistenziali per un importo pari а 64.164,00 euro.
Secondo le valutazioni del giudice per le indagini preliminari, gli accertamenti esperiti dai finanzieri hanno consentito di raccogliere inequivoci elementi a sostegno dell’inesistenza del credito d’imposta. Tale credito erariale, artificiosamente creato, è stato portato in compensazione, con il fine specifico di evadere le imposte, mediante 14 modelli F 24 presentati da gennaio a maggio 2023 dell’ammontare di 64. 164,00 euro, con conseguente superamento della soglia di punibilità di 50.000,00 normativamente prevista.
Per tale condotta decettiva, a norma dell’articolo 12 bis del D.Lgs. 74/2000, li G.I.P. ha disposto li sequestro preventivo finalizzato alla confisca del prodotto del reato.