Albanese scatenato: bottiglie rotte in un bar e botte ai poliziotti

Dà in escandescenza senza motivo in un locale sul mare riminese e, all’arrivo delle forze dell’ordine, se la prende anche con loro, sferrando calci e pugni. Puntuale il divieto di accesso a tutti i bar della provincia.

Rimini – Il questore Lavezzaro, in applicazione del D.L. nr. 14/2017 DACUR (divieto di accesso alle aree urbane), con il quale viene data la possibilità all’autorità locale di pubblica sicurezza di colpire con provvedimenti di prevenzione soggetti che si rendono responsabili di comportamenti illeciti, ha emesso nei confronti di un ragazzo albanese, in regola sul territorio nazionale, il provvedimento con il quale gli viene fatto divieto di accedere in tutti i bar presenti nel territorio provinciale, nonché di stazionare nelle immediate vicinanze degli stessi per la durata di un anno.

Il giovane è stato tratto in stato di arresto per aver commesso i reati di resistenza a pubblico ufficiale, minaccia aggravata e danneggiamento aggravato in quanto, nelle pertinenze di un bar sito sul lungomare di Rimini, infrangeva delle bottiglie e dei bicchieri di vetro per poi minacciare con un coccio di bottiglia il titolare del locale e danneggiare con calci alcune autovetture parcheggiate nella limitrofa strada.

Lo stesso, inoltre, aggrediva gli operatori di polizia intervenuti, colpendoli con calci e pugni, per poi successivamente danneggiare le autovetture di servizio colpendole con calci e testate. A seguito del rito direttissimo, il tribunale di Rimini, convalidando l’arresto, disponeva nei confronti del suddetto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nella città di residenza.

Il questore di Rimini, accertata la pericolosità sociale del ragazzo, al fine di prevenire la reiterazione di analogo fatto, ha emesso a suo carico la misura di prevenzione del cosiddetto Daspo urbano, vietandogli di accedere a tutti i bar in provincia.

Qualora il ragazzo venisse denunciato per l’inosservanza della misura imposta, rischierebbe la pena della reclusione da sei mesi a due anni e la multa da 8.000 a 20.000 euro.

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