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Frode mostruosa nella GDO: 1,8 miliardi di fatture false

Chiesto il rinvio a giudizio per 22 dirigenti. Sono stati restituiti al Fisco 123 milioni di euro. In totale saranno 29 ad andare a processo tra manager e aziende.

Milano – Nell’ambito di attività di indagine coordinata dalla procura della Repubblica e condotta con il
supporto dei finanzieri del Comando Provinciale di Milano, è stata presentata al Gip presso il tribunale di Milano, in data 22/23 maggio 2023, richiesta di rinvio a giudizio e contestazione dell’illecito amministrativo dipendente da reato nei confronti di 22 persone, imputate per i reati di associazione a delinquere e frode fiscale, e di 7 società, ai sensi della rinnovata disciplina sulla responsabilità amministrativa degli enti per reati tributari prevista dal D. Lgs. n° 231/2001.

Le investigazioni, svolte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza meneghino, supportate per il tramite del Comando Generale del Corpo dalle informazioni pervenute dal canale di cooperazione di polizia denominato EMPACT (European Multidisciplinary Platform Against Criminal Threats) costituito in ambito EUROPOL, ed eseguite parallelamente a numerose e complesse verifiche fiscali condotte dall’Agenzia delle Entrate – Settore Contrasto Illeciti, hanno permesso di scoprire una frode carosello Iva nel settore della Grande Distribuzione Organizzata (GDO), perpetrata mediante l’emissione e l’utilizzo di fatture false per 1,8 miliardi di euro da parte di una articolata rete di società italiane ed estere, nonché di quantificare l’evasione di Iva da parte delle società coinvolte per un importo pari a oltre 260 milioni di euro.

In tale contesto, nel mese di settembre 2022, era stata già data esecuzione a una ordinanza di applicazione di misure cautelari personali (arresti domiciliari e divieto di esercitare imprese e uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese) emessa dal Gip presso il tribunale di Milano, nei confronti di 13 persone. Lo stesso giudice aveva, altresì, disposto il sequestro preventivo di oltre 260 milioni di euro, pari all’ammontare dell’imposta evasa, nei confronti di 15 società nonché, per equivalente, nei confronti delle persone fisiche indagate dei rispettivi reati tributari. A seguito delle ulteriori attività di indagine e degli interrogatori dei principali indagati, con la richiesta di rinvio a giudizio trasmessa al G.LP. si conclude l’attività di indagine che ha già portato a:

  • Emissione, nel mese di dicembre 2022, del decreto di giudizio immediato per 8 persone destinatarie delle misure cautelari personali da parte del G.I.P., 7 delle quali hanno avanzato istanze di definizione del procedimento con rito abbreviato e una ha avanzato richiesta di applicazione pena, istanze per cui è stata disposta dal G.U.P. la fissazione dell’udienza per il giorno 26 settembre 2023;
  • Recupero nelle casse dell’Erario, allo stato attuale, di circa 123 milioni di euro, sia a seguito di sequestro (per complessivi 35 milioni di euro circa con riguardo al denaro e agli strumenti finanziari trasmessi al FUG), sia a seguito della completa definizione di accordi con l’Agenzia delle Entrate e al conseguente pagamento del debito erariale da parte delle principali imprese della GDO coinvolte;
  • Sequestro per equivalente anche di beni immobili e beni mobili registrati per il valore complessivo di circa € 1,3 milioni della Repubblica presso il tribunale di Milano.

Per quanto concerne le contestazioni rivolte agli enti ex Legge 231/2001 e ai 22 imputati non
sottoposti a misure cautelari detentive, il procedimento si trova nella fase successiva alla chiusura
delle indagini preliminari e sussiste l’interesse pubblico all’informazione, con particolare riferimento
al contrasto dei reati di frode fiscale altamente lesivi degli interessi dell’Erario e che possono alterare
il corretto funzionamento del mercato determinando forme di concorrenza sleale.

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