Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia svelano i retroscena sull’attentato mancato in casa dei Megna. Emergono anche altri particolari sull’omicidio di Vincenzo Barbieri.
Nicotera Marina – L’esplosione di una bomba davanti casa dei Megna ha scosso la cittadina calabrese. L’ordigno era stato posizionato davanti all’abitazione sbagliata per colpa di un killer poco accorto. Il destinatario che doveva saltare in aria era Pasquale Megna, neo collaboratore di giustizia del Vibonese.
Le sue dichiarazioni hanno provocato uno scossone fra i lamavitosi locali. Megna ha raccontato i retroscena dei contrasti all’interno della famiglia Mancuso e ha chiamato in causa i Cuturello, i Rizzo, Agostino Papaianni, Mimmo Polito, Antonio Prenesti e Nazzareno Colace. Secondo il collaboratore il mandante dell’attentato sarebbe stato il gruppo criminale composto da Totò Campisi, Alfonso Cuturello, Salvatore Cuturello, Domenico Mancuso e Giovanni Rizzo detto “Ciopati” o “Mezzodente”, che in quel periodo formavano un’unica consorteria.
Ma perché cercare di collocare una bomba contro la famiglia Megna che, come raccontato dall’uomo, sarebbe stata negli anni sempre vicina al boss Giuseppe Mancuso, detto ‘Mbrogghja? Le ragioni vengono spiegate dallo stesso pentito:
“Alfonso Cuturello, figlio di Salvatore, mi disse che colpendo me volevano fare un dispetto ai due cugini, ai due Luni, “Scarpuni” e Luni l’ “Ingegnere”.
Le confessioni del collaboratore hanno anche aperto il “capitolo” che riguarda la zia Tita Buccafusca, la moglie del boss Pantaleone Mancuso, detto Scarpuni, morta suicida a seguito di ingestione di acido muriatico e che aveva iniziato a rilasciare dichiarazioni ai carabinieri salvo poi fare marcia indietro e ritrattare ogni cosa.
Ma non sono solo i contrasti interni alla criminalità organizzata locale ad emergere dalle informazioni rese dal collaboratore di giustizia. Vengono fuori anche i rapporti tra la ‘ndrangheta e le istituzioni, in particolare con i carabinieri. Infatti Megna rivela che la zia Tita era stata in contatto con i militari e aveva iniziato a rivelare diversi particolari delle riguardanti l’omicidio di Vincenzo Barbieri.
L’omicidio è un altro degli episodi violenti sui quali la Dda di Catanzaro intende fare piena luce. Barbieri era un imprenditore edile che aveva avuto grossi contrasti con la ‘ndrangheta e per questo era stato ucciso nel 2016. Esponenti di spicco del clan Mancuso sarebbero sotto scacco ma è ancora presto per canare vittoria.