Presto il Bel Paese si dovrà abituare a vivere in un costante stato di emergenza idrica. E i Paesi africani stanno già vivendo la catastrofe della siccità da svariati anni.
Roma – La siccità è una piaga che sta mettendo a dura prova la filiera agroalimentare e il settore idroelettrico. Per questi motivi il Governo Meloni vorrebbe creare, almeno nelle intenzioni, una cabina di regia interministeriale chiamata a definire un “Piano acqua” straordinario d’intesa con Regioni ed enti territoriali. Insomma, varare un programma attraverso un decreto-legge, con semplificazioni e deroghe per accelerare i lavori essenziali.
Sono 300mila le aziende che soffrono nelle aree più colpite dalla secchezza, secondo Coldiretti, che ha lanciato l’allarme. Infatti, il 2023 è finora stato l’anno più caldo di sempre: dati del Cnr rilevano come a gennaio e febbraio si sia registrata una temperatura di 1,44 gradi più alta rispetto alla media storica dei primi 2 mesi. La situazione, pertanto, da Nord a Sud è allarmante in tutto il paese.
Al lavoro sul dossier, oltre a Palazzo Chigi, ci sono tanti ministeri: Ambiente e Sicurezza energetica, Agricoltura, Protezione civile, Affari europei e PNRR, Affari regionali. Il fabbisogno stimato dall’Esecutivo per aggredire il problema ammonta a 7,8 miliardi. Una somma che, come sottolineato dal ministro dell’Agricoltura, è già disponibile, tra PNRR e altri fondi Ue e nazionali, ma è bloccata dalla “burocrazia”. Semplificare dovrebbe essere la parola d’ordine.
Ecco perché accanto alle opere necessarie, come i serbatoi per raccogliere l’acqua piovana e gli interventi per eliminare la dispersione, cioè le perdite, serve dimostrare di avere “capacità di spesa”. Competenza, tanta competenza.
Siccità: un problema globale
Guardiamo, però, anche oltre i nostri confini e attenzione a non girarsi dall’altra parte, perché ciò che si sta verificando fuori dal nostro Paese interessa tutti, anche per i pericoli che possono derivarne nel tempo.
Fattori umani e sanitari si incrociano. La crisi dell’acqua, per esempio, mette in pericolo la vita dei bambini. Nei 10 Paesi più colpiti, quasi 1/3 dei minori non ha accesso a servizi di base per l’acqua a casa, infatti 2/3 non dispongono di impianti igienici di base, come i bagni. Anche l’igiene delle mani è limitata, infatti 3/4 dei bambini non possono lavarsi le mani per mancanza di acqua e sapone a casa.
Una situazione che sembra irreale e lontana anni luce, in linea di massima, dal nostro benessere e modus vivendi. L’insensibilità e l’indifferenza creano mostri, e non si venga a dire che sono fatti che non ci riguardano e che ogni Stato ha le proprie vulnerabilità, in quanto nessuno poteva immaginare gli effetti nefasti di una pandemia che, come il Covid, che ha riguardato tutto il Pianeta.
Ricordiamolo. A livello globale, più di 1.000 bambini sotto i 5 anni muoiono ogni giorno a causa di malattie legate ai servizi idrici e igienici e circa 2 su 5 vivono nei 10 Paesi più a rischio – lo evidenzia l’ultimo rapporto Unicef sul tema. Questi Paesi si trovano a livello globale con il più alto rischio di esposizione alle minacce climatiche e ambientali. Dalla nuova analisi emerge che 190 milioni di bambini in 10 Paesi africani sono i più esposti al rischio di una convergenza di 3 minacce legate all’acqua, in particolare acqua e servizi igienici inadeguati, malattie correlate e rischi climatici.
La triplice minaccia è più grave in Benin, Burkina Faso, Camerun, Ciad, Costa d’Avorio, Guinea, Mali, Niger, Nigeria e Somalia, rendendo l’Africa occidentale e centrale una delle regioni con la maggiore insicurezza idrica e impatto climatico al mondo. Insomma, l’Africa sta affrontando una catastrofe idrica dalle conseguenze imprevedibili. Mentre gli shock legati al clima e all’acqua si stanno intensificando a livello globale, in nessun’altra parte del mondo i rischi si aggravano così velocemente per i bambini, ha dichiarato il Direttore dei Programmi dell’Unicef, Sanjay Wijesekera. Peraltro, tempeste devastanti, inondazioni e storiche siccità stanno già distruggendo strutture e abitazioni, contaminando le risorse idriche, e creando crisi dovute alla fame e la diffusione di malattie.