Il delirio di Michael Alessandrini: gelosia, messaggi e la missione di purificare Pesaro per conto di Jahvè. E la passione per una ragazza che non l’ha mai frequentato ma che lui definiva fidanzata. Il dolore di due famiglie distrutte.
PESARO (Pesaro-Urbino) – “Avrei ucciso ancora, almeno altri due” e spiattella davanti Gip nomi e cognomi di altri due giovani che il suo dio, Jahvè, gli avrebbe ordinato di uccidere per purificare l’umanità. Poi avrebbe “ripiegato” sul suo amico del cuore perché gli avrebbe insidiato la sua improbabile fidanzata. Dunque il movente dell’omicidio di Pierpaolo Panzieri, 27 anni, artigiano e musicista, ammazzato con 13 coltellate in casa propria da Michael Alessandrini, 30 anni, sarebbe stato svelato da quest’ultimo davanti al Gip Antonella Marrone che lo ha interrogato dopo il suo ritorno in Italia dalla Romania dove era stato arrestato.
Il presunto assassino, reo confesso, ha riferito di avere agito con fredda determinazione omicidiaria sulla vittima perché, a suo dire, sarebbe stata responsabile di avances alla sua fidanzata Julia. O, per lo meno, a quella che Alessandrini credeva fosse la sua fidanzata, atteso che la ragazza non avrebbe mai avuto alcuna relazione con l’indagato. Tale motivo sarebbe stato confessato, tramite una telefonata dal carcere di Timisoara, ad una certa Mirella, cameriera dell’Hotel San Marco, l’albergo gestito dalla famiglia di Michael e dove egli stesso alloggiava. L’uomo avrebbe detto all’inserviente, il 3 marzo scorso, di avere agito per gelosia dopo avere scoperto alcuni messaggi in chat prima sul cellulare di Julia e poi su quello della vittima che avrebbero rivelato un presunto rapporto sentimentale fra i due.
Mentre Pierpaolo cucinava la cena Michael avrebbe sbirciato nel telefonino del povero ragazzo prima di ammazzarlo con 13 violentissimi fendenti sferrati con un coltello che l’assassino si era portato da casa dunque con l’evidente intento di utilizzarlo. Sia ai giudici rumeni che a quelli italiani Alessandrini avrebbe riferito di obbedire ciecamente al dio ebraico Jahvé e di avere una missione da compiere nella sua vita terrena: ripulire la città di Pesaro dai corrotti. Dopo il delitto Michael decideva di fare rotta per l’Ucraina, dove era convinto di arruolarsi per combattere i russi, portando con sé l’arma del delitto ed il telefonino della vittima.
Sulle sue tracce, però, c’erano gli uomini della Mobile di Pesaro, coordinata dal Pm Silvia Cecchi, che nel giro di un giorno e mezzo riuscivano a fare arrestare l’indagato dai colleghi rumeni che lo fermavano a bordo di un treno diretto in Transilvania. Immediatamente recluso e sottoposto a interrogatorio il giovane confessava l’omicidio ma non ne rivelava il motivo dicendo che il suo ritardo della vittima nel tornare in casa, in via Gavelli, lo aveva innervosito sino al punto di uccidere l’amico con il quale aveva cenato.
Erano tutte balle ma anche quelle che racconta ai magistrati inquirenti sono menzogne, frutto di una mente malata sin dall’epoca delle elementari, stando a quanto rivelato dalla madre Silvia Di Lena:
” E’ un ragazzo di buoni sentimenti, che purtroppo ha questi problemi e fin da bambino li aveva quando gli fu diagnosticato un deficit psicologico”. L’indagato per omicidio volontario premeditato si trova presso la casa circondariale Villa Fastiggi di Pesaro. Agli agenti penitenziari ha chiesto una Bibbia esprimendo anche il desiderio di non volere parlare con nessuno, parenti compresi:
“Andremo a chiedere per volontà credo unanime delle parti una perizia psichiatrica perché è chiaro che siamo di fronte ad una situazione mentale da analizzare da parte dei medici – aggiunge l’avvocato difensore Salvatore Asole – Alessandrini è consapevole di quello che ha fatto e non indietreggia sui motivi spirituali del suo gesto che aveva già espresso in Romania al momento della cattura. Il fatto poi di esser fuggito verso l’Ucraina nasce dal suo desiderio di andare nel Paese in guerra, convinzione maturata ben prima dei tragici fatti. Ora attendiamo la decisione del Gip sulla convalida e poi chiederemo un incidente probatorio per sottoporre Alessandrini a perizia psichiatrica”.
L’autopsia ha rilevato particolari agghiaccianti: oltre alle lesioni da arma da taglio, il perito ha rilevato anche la frattura di due costole ed il morso a una mano. Il 18 marzo scorso si sono svolti in duomo i funerali di Pierpaolo Panzieri a cui hanno partecipato centinaia di cittadini ed il sindaco Matteo Ricci.