Secondo i nuovi dati diffusi dall’Inail tra il 2019 e il 2021 ci sono stati 4.800 casi accertati di aggressioni contro gli operatori per una media di 4 episodi al giorno.
“Da sempre la UGL – prosegue il sindacalista – ha condannato fermamente ogni atto che vada a ledere l’incolumità di tutti i professionisti della sanità che nonostante le evidenti criticità continuano a garantire l’assistenza ai nostri cittadini. Le persone maggiormente prese di mira sono le donne (71%), mentre, per la mansione, sono i tecnici della salute i più attaccati. Sono prevalentemente infermieri, in cui si concentra più in un terzo dei casi, ma anche educatori professionali e gli operatori socio-sanitari per il 29%, mentre la categoria dei medici è molto più distaccata con il 3% coinvolto“.
“Ormai, purtroppo c’è una totale percezione di insicurezza sul posto di lavoro tanto che un camice bianco su tre sembrerebbe convinto di lasciare il posto di lavoro. Sul tema l’intervento del governo atto a ripristinare i presidi di polizia nelle strutture ospedaliere è sicuramente un primo passo positivo come la campagna di sensibilizzazione annunciata dal Ministro Schillaci. Ma ancora non basta. Fare di tutto per fermare la violenza nei confronti degli operatori è una battaglia di civiltà che non può più attendere” conclude Giuliano.