Siracusa – Respinte le accuse di attribuzione impropria del lavoro degli altri

Tiziano Spada difende la propria integrità e quella del proprio ufficio stampa, esprime disappunto per la confusione creata da colleghi e sottolinea l’importanza della veridicità delle comunicazioni ai cittadini.

Siracusa, 13 febbraio 2023 – «Nessun tentativo di attribuirmi il lavoro e tantomeno il merito di altri. Ho sempre improntato la mia attività politica e il mio rapporto con i cittadini – miei elettori e non – all’onestà e alla trasparenza. E dispiace che il modo di agire, quantomeno discutibile, di qualche collega possa gettare ombre sul contenuto delle mie comunicazioni alla stampa e di quello di altri deputati regionali.

Un rapporto, quello con i giornalisti, da sempre improntato alla correttezza che contraddistingue me e il mio ufficio stampa. Mi sorprende quindi leggere articoli che fanno riferimento a risultati ottenuti in favore del territorio siracusano e che ci saremmo intestati in più di un deputato regionale. Non metto in dubbio la veridicità di quanto affermato in questi articoli. E cioè che sia io sia altri deputati abbiamo comunicato di aver presentato questo o quell’emendamento.

Tale confusione non giova di certo ad alcuno. Ai cittadini prima di tutto che hanno il diritto di conoscere quanto accade realmente in Assemblea regionale siciliana. E a noi deputati che abbiamo il dovere di rendere conto, con dovizia di particolari e onestà intellettuale, di quanto fatto e ottenuto. Ritengo quasi superfluo, se non addirittura mortificante, dover giungere a tanto. Di dover cioè mostrare i documenti che attestano la veridicità di quanto da me finora affermato e dalle diverse testate gentilmente pubblicato. Ma le menzogne di qualche collega rendono tutto ciò necessario. Come necessario, a questo punto, credo sia la rettifica delle comunicazioni di questo deputato regionale. Ma, come facilmente intuibile, il coraggio di ammettere i propri errori e l’impegno a non reiterare tale atteggiamento in futuro non appartengono a tutti».

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