La promessa di dire addio al tanto vituperato e demodé Canone Rai al momento resta sulla carta. Ma il PNRR parla chiaro, bisogna “escludere gli oneri impropri dalle bollette“. Come ne uscirà il Governo?
Roma – Tra stop and go riecco il lieto annuncio dell’addio al canone Rai in bolletta. Ma la notizia non è certo una novità assoluta, anzi. Già lo scorso anno era stato annunciato come cambiamento da mettere in atto nel 2023 e poi non se n’è saputo più niente. Ma non solo, un paio di mesi fa il Ministero dell’Economia ci ha tenuto a smentire questo scenario, sottolineando che non c’era motivo di toglierlo dalla bolletta.
A poche settimane di distanza è proprio il titolare del Tesoro, Giancarlo Giorgetti, a fare l’ennesima retromarcia:
“Quest’anno io mi sono preso una responsabilità enorme, e ho ricevuto un sacco di critiche chiaramente da tutti, perché siamo arrivati al Governo ed è rimasto in bolletta, se no rischiava di saltare tutto, ma diventa chiaro che dalla bolletta il canone Rai dovrà uscire e quindi l’anno prossimo bisognerà trovare un altro strumento” ha affermato il ministro leghista.
Quale sia questo nuovo strumento ancora non è chiaro, ma in ogni caso si tratta dell’ennesima promessa che il Governo non ha mantenuto. L’ordine del giorno approvato alla Camera lo scorso anno impegnava il Governo ad andare nella direzione dello scorporo. Anche perché è previsto dallo stesso Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il PNRR, infatti, dice chiaramente che bisogna escludere gli oneri impropri dalle bollette. In pratica l’impegno è quello di eliminare le voci e le somme che non siano correlate direttamente all’energia.
Ma la Lega cavalca da sempre la polemica sul canone Rai, visto che Salvini assicura, a giorni alterni, di volerlo addirittura abolire. Non sarebbe male per tante famiglie in difficoltà. Comunque, sulla destinazione del Canone Rai che, a differenza di quanto promesso dal leader della Lega, gli italiani continueranno a pagare, non ci sono ancora molte certezze. Potrebbe essere inserito nel 730, o anche essere legato alle tasse sulla casa. Il Governo ha un altro anno di tempo per pensarci, salvo ulteriori rinvii dell’ultimo minuto. In ogni caso si tratterebbe solo di stabilire nuove modalità di pagamento, non certo di farlo scomparire. Intanto Salvini spera che la benzina non torni sopra i 2 euro, l’accordo, in ogni caso, è che qualora per situazioni internazionali e problemi non dipendenti dall’Italia, si arrivasse a quell’aumento, il Governo interverrà con un taglio delle accise come è stato già fatto l’anno scorso.
Forse parole al vento, ma di gocce di speranza ne sono rimaste poche e bisogna intervenire per non soffocare ulteriormente il bilancio delle famiglie. “La scelta era se confermare un investimento da circa 12 miliardi per la riduzione delle accise o intervenire sulle bollette e sugli stipendi: la scelta è stata quella di aiutare chi ha di meno” ha ricordato il leader leghista. Parole che ricalcano la linea della premier Meloni, che aveva risposto così dopo l’ondata di polemiche per il mancato congelamento delle accise previsto dalla manovra. “Lo sconto alla pompa riguarda tutti, anche chi ha una supercar tanto che abbiamo scelto di aiutare chi ha stipendi fino a 25 mila euro che saranno rivalutati fino a 500 euro in più a fine anno e le pensioni più basse” ha detto ancora Salvini.
Al di là delle propalazioni del Carroccio che cerca di seminare ottimismo per non estinguersi, il problema economico rimane in tutta le sue diverse forme e forse per questo che la premier ed alcuni ministri stanno riallacciando rapporti con altri Stati al fine di pianificare nuove forme di approvvigionamento di gas ed energia e per il commercio estero. Insomma pianificazioni di lungo respiro, che difficilmente si vedranno nell’immediato, ma che sono utili.