E’ molto difficile definire lo stato di felicità e, quindi, la possibilità di vivere bene in un Paese.
Roma – La vulgata comune quando parla di felicità intende che avere a disposizione risorse finanziarie, mare, sole, servizi efficienti, un lavoro dignitoso possa rientrare un concetto appropriato di felicità. Eppure, ci sono istituzioni che provano a stilare una classifica dei Paesi più felici al mondo.
Il World Happiness Report è una pubblicazione contenente articoli ed interviste sulla felicità nazionale, basati sulle valutazioni della propria vita da parte degli intervistati. Viene pubblicato a cura del Sustainable Development Solutions Network, un’organizzazione senza scopo di lucro patrocinata dall’ONU. Da questa ricerca emerge che le persone che si ritengono più felici vivono a temperature fredde, le acque dei mari sono quasi ghiacciate e pagano tasse molte elevate.
Si capisce di primo acchito che non può essere l’Italia. Non tanto per i primi due aspetti, quanto per le tasse da pagare che l’italiano medio preferirebbe farlo poco o per nulla. Sul podio ci sono tre Paesi del Nord Europa: Finlandia, Danimarca e Islanda. Gli indicatori utilizzati riguardavano, tra gli altri: aspettativa di vita, PIL (Prodotto Interno Lordo) pro-capite, sostegno del welfare state in periodi di crisi, libertà di scelta e bassa corruzione. Su quest’ultima peculiarità l’Italia non poteva che risultare in bassa classifica, visto che la corruzione è un nostro tratto culturale specifico. In dettaglio, l’Islanda, al terzo posto, ha ottenuto un punteggio di 7,557/10.
Nonostante i lunghi inverni e il clima decisamente rigido possano complicare la vita, la popolazione ritiene di avere un benessere diffuso e di godere di un ottimo sistema sanitario. La mortalità infantile è molto bassa e l’aspettativa di vita è tra le più alte. Tutte queste condizioni materiali sono accompagnate da un paesaggio mozzafiato come pochi al mondo e dalla diffusione dello sport, soprattutto atletica e sci di fondo, di cui si è abituati da piccoli, vivendo a contatto con la natura. La seconda classificata, la Danimarca, con un punteggio di 7,636 su 10 ha manifestato un livello di fiducia sociale molto alto, accompagnato da un senso di responsabilità sociale condivisa e molto sentito.
In Danimarca si pagano alcune delle tasse più alte al mondo. Eppure non si registrano malumori al riguardo, perché la popolazione consta con mano l’alta qualità dei servizi offerti che sono adeguati a quello che versano nelle casse dello Stato. Basti pensare che gli studenti universitari per sostenere le spese di soggiorno e di studio durante il loro percorso di studi ricevono una sorta di stipendio. Infine, ecco la medaglia d’oro: la Finlandia, col punteggio di 7,821/10. Una Nazione che già dal punto di vista geografico manifesta tutto il suo fascino.
E’ qui che si estende l’arcipelago più grande del mondo, un numero elevato di laghi a cui sono associate entità socio-economiche territoriali e comunità sociali circoscritte. Da qui si dipana una natura selvaggia allo stato puro che corrisponde alla Lapponia. Questa è un’area che copre il 75% della superficie. Per i finlandesi la vita va vissuta come essa si palesa, gustandone la quotidianità. Insomma sono risultati quasi… napoletani da questo punto di vista, almeno secondo l’accezione corrente secondo cui i partenopei prendono la vita così come va! L’Italia si è piazzata 31ma su 149 Paesi totali. Nella precedente classifica era 28ma. Rapporti del genere vanno presi con le pinze. Evidenziano, comunque, grazie ai dati numerici e sociometrici una sensazione comune e diffusa: per essere felici in un Paese sono necessari un lavoro dignitoso e un welfare all’altezza, che nel nostro Paese sono quanto meno latitanti!