Il movente sembra questo, almeno secondo le dichiarazione dell’uomo che avrebbe confessato la violentissima aggressione che poteva costare la vita alla piccola vittima. Ma c’è chi parla di ben altro. Il bambino, ancora ricoverato, é in fase di miglioramento, dicono i medici del Gaslini. Le indagini proseguono.
Ventimiglia – Ancora non sono chiare le circostanze ed i motivi che hanno indotto un uomo, per altro compagno della nonna paterna, ad aggredire il nipotino di soli 6 anni per poi inventarsi un incidente stradale. Nonostante il ricovero in prognosi riservata il bambino sta migliorando ed ha riconosciuto e parlato con i suoi genitori. La vicenda è davvero drammatica e, per certi aspetti, presenta ancora diversi lati oscuri. Il bambino era stato ritrovato ferito e privo di sensi il 19 dicembre scorso in via Gallardi, alla periferia di Ventimiglia, e sulle prime la nonna paterna M.C. di 67 anni, a cui era stato affidato dai genitori, ed il suo compagno L.C. di 75, avevano parlato di un’auto pirata che dopo aver investito il bimbo sotto casa si sarebbe dileguata senza prestare soccorso.
Alcuni giorni dopo invece il nonno acquisito del bambino confessava di aver aggredito brutalmente, a calci e pugni, il piccolo per futili motivi forse riconducibili, ma è solo un’ipotesi, al fastidio che il minore avrebbe dato all’uomo mentre aggiustava alcuni mobili in casa della coppia. Motivo questo ancora al vaglio della polizia e di chi coordina le indagini, ovvero del Pm Maria Paola Marrali, che non tralasciano altre piste. Sulla scorta delle dichiarazioni di L.C. rilasciate agli inquirenti il 28 dicembre scorso la Procura di Imperia lo iscriveva sul registro degli indagati per lesioni gravissime facendo la stessa cosa con la compagna M.C. per concorso in lesioni gravissime cosi da verificare se la donna abbia o meno assistito al pestaggio e se, in caso positivo, abbia tentato di difendere o meno il nipote.
Il bambino giungeva all’ospedale Gaslini di Genova in prognosi riservata dunque in condizioni di salute precarie per non dire gravissime. I medici diagnosticavano otto vertebre e un braccio fratturati, lesioni alla milza, un polmone collassato e anche un vasto ematoma alla testa provocati da calci, pugni e persino bastonate inferte con la traversa di una tenda. I sanitari sono stati costretti a sedare il ragazzino onde evitargli forti dolori per poi diminuire la dose di sedativo con il passare dei giorni:
”Schifo, provo schifo a pensare a queste persone e a quello che hanno fatto al mio bambino – dice papà Simone, pizzaiolo – nessun bambino, per nessun motivo al mondo, deve attraversare l’inferno. Non sento mia madre da poco dopo la “farsa dell’incidente”. Qualcosa non mi tornava. L’ultima volta che l’ho vista è stata qui al Gaslini quando è venuta a trovare il mio bimbo. Qualche giorno dopo il suo compagno ha confessato ma, ripeto, ho chiuso completamente i rapporti quel giorno in ospedale. Provo solo schifo…”.
La coppia ha un altro bimbo che aspetta a casa il ritorno del fratellino:
” Mio figlio sta leggermente meglio – ha aggiunto mamma Elena – gli hanno tolto il drenaggio polmonare. Mi ha accarezzato il viso e ha voluto un abbraccio. Mamma vieni qui nel letto con me, mi ha detto, dormi con me stanotte. Mio Dio, atroce è stato non poterlo accontentare. E non sono riuscita questa volta a non piangere. Anzi, ho pianto tanto, avevo male al cuore. Non so se vi è mai capitato di avere lì un forte dolore e non riuscire a respirare…Le forze che ho non devo sprecarle per quelle bestie. Le forze le devo tenere tutte per lui”.
I due indagati rimangono a piede libero ma le indagini vanno avanti. Intanto il difensore dell’Inter, Francesco Acerbi, venuto a conoscenza della tragedia che ha subìto il suo piccolo tifoso non ha esitato a scrivergli:
”Ciao, ho saputo dell’accaduto, sono rimasto di ghiaccio e stupito per quello che è successo – ha scritto Acerbi – mi spiace molto, sono cose che non devono capitare. So che sei un grande tifoso dell’Inter. Ti chiediamo di non mollare, di avere grande forza e coraggio e so che ce l’hai davvero. Ti invito allo stadio, ti faccio conoscere tutti i giocatori se vuoi, quindi riprenditi. Ti aspettiamo e ti mando un grande abbraccio di cuore, come se fossi mio figlio”.