Con l’Epifania tutte le feste se ne vanno via! E’ un motto popolare che ci siamo sentiti ripetere da bambini, quando le festività natalizie ci facevano luccicare gli occhi e ci rendevano il cuore colmo di gioia.
Roma – La frase sta a significare che poiché l’Epifania è l’ultimo avvenimento relativo alle festività natalizie, non ce ne saranno altre fino a Carnevale o Pasqua. Dunque, allegoricamente, la befana prende le feste e se le porta via. Inoltre, per dovere di cronaca, si ricorda che la lieta e gioiosa ricorrenza nella tradizione cristiana delle divinità è la manifestazione, in forma visibile, dei Tre Magi in visita alla grotta di Betlemme.
Ma non per tutti questo periodo è così sentito dal punto di vista religioso. E sono in aumento coloro per cui non è la famiglia felice rappresentata dalla pubblicità edulcorante e retorica, fatta di baci, abbracci, regali e sorrisi. Per non parlare della crescita esponenziale di persone, costrette ad andare alle mense della Caritas, perché il Natale non è altro che la ratificazione del loro stato di indigenza o di quelli popolazioni che stanno subendo gli effetti devastanti della guerra, come in Ucraina. In realtà, ci riferiamo a quelli che considerano le festività natalizie insopportabili, tanto da provocare un vero e proprio malessere.
Per loro il Natale è solo frutto di tristezza e malinconia e cominciano ad avere il magone dall’8 dicembre, giorno dell’Immacolata, in cui si iniziano a subodorare tutti gli effetti disagevoli. Per tradizione in tutte le famiglie italiane, l’8 dicembre si prepara l’albero di Natale e da lì che iniziano i problemi. Gli esperti di psicologia comportamentale hanno definito questo malessere continuo “sindrome del Grinch”. Il nome si riferisce alla creatura antropomorfa dei fumetti, molto scontrosa che odia il Natale. Il termine ha finito per indicare una persona senza entusiasmo che riesce a deprimere le altre persone.
Miodottore.it, piattaforma di sanità privata che mette in connessione online i pazienti coi medici, ha condotto, al riguardo uno studio da cui è emerso che ben il 58% delle persone entra in conflitto con le festività natalizie. La sofferenza può dipendere da varie cause, tra cui una situazione familiare non eccellente che impedisce di rilassarsi con pienezza durante le feste. Oppure per il fatto di essere costretto a condividere il pranzo di Natale coi cosiddetti “parenti serpenti”, di cui solo sentirne il nome è fonte di irritazione. Non sono aspetti di poco conto, perché la sintomatologia rivela un’inquietudine profonda che pervade nell’intimo ed è legata a tutto ciò che riguarda il Natale.
Anche il relativo contesto in cui la festività si manifesta, ovvero luci, doni e canzoni. Gli esperti ritengono che si tratta di emozioni come rabbia e tristezza. Ci si incomincia ad isolarsi in quanto stare tra la folla, fare lo shopping e tutto quello che ruota intorno alle feste provoca un notevole disagio. Sembra che ad essere maggiormente colpiti da questa sindrome sono le persone più adulte, forse in seguito ad eventi negativi capitati nel passato in questo periodo che li portano a respingerlo. Comunque, come si dice in certi casi: “c’è sempre una luce in fondo al tunnel”.
Infatti, la “sindrome del Grinch” con la fine del periodo delle festività, tende ad attenuarsi, fino a sparire del tutto. Potrebbe essere l’occasione –sempre secondo gli psicologi- di cercare di leggere nel proprio intimo per cercare di comprendere cosa scatena certi fastidi e turbamenti. I postumi si sentiranno ancora per qualche giorno, ma alla fine chi ne ha sofferto potrà, senz’altro, esclamare: “Con l’Epifania anche la sindrome del Grinch se ne vola via!”