Messa la parola fine alle attività illegali di un’associazione criminale resasi responsabile di frodi informatiche, telematiche e riciclaggio di denaro in danno di numerosi cittadini, soprattutto stranieri.
Roma – Con il contributo del collaterale “U.S. Department of Homeland Security- United States Secret Service”. Oltre 600.000 euro il giro d’affari ottenuto illecitamente. 2 le persone colpite da misure cautelari e 19 le persone deferite in stato di libertà.
Personale del I Distretto Trevi Campo Marzio, a seguito di una lunga ed articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, ha individuato un sodalizio criminale composto da numerosi soggetti indiziati, a vario titolo, dei reati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di frodi informatiche/telematiche e riciclaggio di denaro, attraverso internet sui vari siti e-commerce turistici.
19 le persone deferite in stato di libertà, tutte residenti in provincia di Roma, a cui vengono contestati i vari reati e 2 le persone tratte in arresto.
In particolare l’attività d’indagine, durata oltre un anno, ha evidenziato che l’associazione a delinquere era stata costituita al fine di creare falsi profili di strutture alberghiere inesistenti, successivamente pubblicizzate sui vari circuiti di prenotazione alberghiere al fine di conseguire i profitti illeciti.
Inoltre gli indagati, al fine di portare a compimento il loro disegno criminoso, dopo aver conseguito l’ingiusto guadagno attraverso l’utilizzo fraudolento dei mezzi di pagamento elettronici tramite P.O.S., artificiosamente attivati a nome di strutture ricettive inesistenti per conto dei sodali, compivano un insieme di operazioni mirate a dare una parvenza lecita ai capitali ottenuti illecitamente, attraverso una serie di bonifici ed operazioni bancarie finalizzate alla realizzazione di un effetto dissimulatorio che rendeva più difficile l’identificazione e il successivo eventuale recupero dei profitti.
Agli ignari clienti, a seguito della prenotazione on line di strutture turistico alberghiere inesistenti in zone centrali della Capitale, venivano telefonicamente richieste, attraverso raggiri, le credenziali delle proprie carte di credito con relativi codici di sicurezza, con il pretesto di esigere il versamento della caparra che sarebbe stata successivamente resa.
Nel corso delle perquisizioni effettuate durante l’attività investigativa venivano sequestrati: vari smartphone, computer portatili, numerose carte di credito intestate a terze persone, apparecchi POS perfettamente funzionanti ed allacciati alla rete elettrica, attivati per conto di inesistenti strutture ricettive, attraverso i quali, gli appartenenti alla consorteria criminale effettuavano versamenti fraudolenti, su conti a loro riconducibili, con carte clonate.
Veniva sequestrata, altresì, un’agenda sulla quale venivano meticolosamente riportati i nominativi delle vittime che, inconsapevoli, avevano provveduto alla prenotazione delle strutture alberghiere, elencati in maniera progressiva e catalogati per nazione di provenienza e siti di prenotazione; venivano riportati, inoltre, in maniera precisa, i numeri delle carte di credito, cifre, codici segreti carpiti, numeri di telefono, email e il periodo delle prenotazioni.
Da una prima analisi nel suddetto periodo sono risultate catalogate oltre 200 vittime, la maggior parte delle quali straniere.
Fondamentale l’apporto nelle indagini del personale specializzato del Compartimento Polizia Postale e Comunicazioni Lazio, che ha effettuato indagini tecniche sugli indirizzi I.P. generati dalle connessioni realizzate dalle utenze sequestrate e riferite agli indirizzi email utilizzati per le prenotazioni alberghiere.
Le indagini si sono avvalse, inoltre, del prezioso contributo del collaterale “U.S. Department of Homeland Security- United States Secret Service” attraverso l’Ambasciata degli Sati Uniti d’America in Roma, che ha cooperato nell’attività d’indagine, visti i numerosi cittadini statunitensi vittime dell’organizzazione. Da una prima stima delle cifre sottratte alle vittime truffate, il sodalizio avrebbe realizzato, nel periodo esaminato, un illecito profitto quantificato in 600.000,00 euro.
In un secondo filone dell’articolata indagine effettuata a carico di due indagati sono stati, altresì, contestati i reati di indebito utilizzo di carte di credito, sostituzione di persona, insolvenza fraudolenta e frode informatica.
In particolare i predetti, nel periodo d’indagine, hanno simulato un alto tenore di vita, presentandosi presso i migliori hotel della capitale a bordo di auto di alta gamma, indossando gioielli e orologi di elevatissimo valore, al fine di trarre in inganno i gestori degli Hotel lussuosi frequentati, mostrandosi come persone facoltose.
In tal modo hanno fruito dei servizi venduti dalle lussuose strutture ricettive, soggiornando presso le esclusive suites con prezzi elevatissimi, utilizzando i servizi di ristorazione in camera con cene esclusive, per poi saldare il conto con carte di credito clonate all’estero, intestate ad altre persone, con conseguente contestazione delle transazioni che avvenivano spesso a distanza di giorni e che non permettevano agli hotel di incassare i corrispettivi dovuti. Quattro gli alberghi esclusivi della capitale vittime della coppia, con operazioni contestate ed insolute per oltre 120.000 euro.
Si precisa che il procedimento è in fase di indagini preliminari e che, quindi, gli indagati sono da ritenere presunti innocenti, in considerazione dell’attuale fase del procedimento, fino a un eventuale definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.