Firenze – La ‘ndrangheta in pole position nella gestione dei rifiuti. Un affaire milionario nelle mani dei boss

La criminalità organizzata calabrese, anche in Toscana, gestisce da tempo il fiorente mercato dello smaltimento dei rifiuti speciali, tossici e nocivi. La mafia, come sempre, è contigua a certa politica: nei guai infatti rappresentanti delle istituzioni e imprenditori legati al clan Gallace. Coinvolto anche un consigliere regionale del Pd.

Firenze – Contiguità tra imprenditori in Toscana e ‘ndrangheta, una nuova accusa di corruzione elettorale (in Regione) e altri indagati per un totale di 38 persone.

Così due avvisi di conclusione indagini della maxi-inchiesta sugli smaltimenti dei rifiuti speciali delle concerie (keu), atti notificati dalla Dda Firenze. Il primo filone ha 26 indagati tra politici, dirigenti pubblici e imprenditori legati questi al clan Gallace di Guardavalle (Catanzaro). Il secondo ha 12 indagati; oltre a membri dei Gallace, imprenditori, un dipendente regionale e il consigliere regionale Pieroni (Pd) che si prodigò per far approvare un emendamento.

“…Nel momento in cui questa inchiesta si conclude con procedure che portano a rinvii a giudizio, alla messa in evidenza di profili di responsabilità e di un fenomeno che purtroppo va a infiltrarsi attività economiche importanti come sono quelle della pelle in Toscana, noi prenderemo provvedimenti assolutamente rigorosi perché possa essere assolutamente chiusa ogni possibilità di infiltrazione…”.

Eugenio Giani

Lo ha detto Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, ai cronisti, una volta appresa la chiusura dell’inchiesta su infiltrazioni della ‘ndrangheta in Toscana nello smaltimento di rifiuti dell’azienda conciaria. Giani ha parlato a margine di un convegno sulle mafie a Scandicci (Firenze), con la partecipazione di molti studenti e anche del procuratore aggiunto Luca Tescaroli della Dda di Firenze che ha firmato proprio l’inchiesta.

“…Questo evento di oggi – ha sottolineato – è anche la testimonianza di come nella cultura, nella sensibilità, nella passione degli studenti, l’impegno antimafia crei quello che è necessario anche in regioni come la nostra, dove la mafia in modo subdolo e silenzioso si infiltra nelle attività economiche, negli appalti. Il fatto che possa esserci questo presidio di legalità costruito dalla coscienza e dalla cultura dei nostri giovani è l’elemento più importante…”

“…L’indagine Keu è una indagine seria, ben condotta – ha dichiarato Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Antonino Caponnetto – Oggi arriva ad un primo risultato che non può non destare la dovuta preoccupazione per il tipo di reati contestati. Indubbiamente la Toscana purtroppo non ha avuto anticorpi forti in grado di tenere lontana la mafia…”.

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