L’iniziativa del Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani #inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità
Riceviamo e pubblichiamo
Roma – Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani oggi commemora l’omicidio della giovanissima Patrizia Scifo, scomparsa nel nulla la sera del 18 giugno 1983 a Niscemi in provincia di Caltanisetta, attraverso la ricostruzione storica fatta dallo studente Carlo Mancuso della classe I sez. D del Liceo scientifico Filolao di Crotone.
“Patrizia Scifo nasce a Niscemi. Vive con la sorella Amalia e la madre, mentre il padre Vittorio, chiamato anche “Mago di Tobruk”, viaggia molto spesso fra Roma e Parigi per motivi di lavoro. A 17 anni Patrizia si innamora di Giuseppe Spatola, membro di uno dei clan mafiosi locali, il quale ha 11 anni in più di lei ed è già sposato. Nonostante tutto questo, la ragazza ci si fidanza. La famiglia Scifo fa di tutto per allontanarla da Giuseppe, ma ogni sforzo è vano, poiché i due innamorati decidono di fuggire insieme.
Un giorno il ragazzo si presenta a casa della famiglia di Patrizia per chiedere il permesso di sposarla e i genitori si oppongono, allora i due iniziano a convivere all’infuori del matrimonio. Ben presto, però, Giuseppe inizia a maltrattare Patrizia, la quale decide di denunciarlo. La denuncia viene revocata poco dopo in quanto scopre di essere incinta e spera che la nascita di un bambino/a possa portare ad un cambiamento nel comportamento del compagno. Nel 1982 nasce Angelica Monica, ma la situazione non cambia. La ragazza decide allora di lasciare Giuseppe e di andarsene con sua figlia, che vuole crescere in un ambiente pieno d’amore e non di violenza.
Il 18 giugno 1983 Patrizia passa la serata a casa della sua famiglia e chiede alla madre di occuparsi della nipotina per la notte. Dopo quella sera, la povera ragazza scompare nel nulla. La famiglia inizia le ricerche, ma è facile capire che la scomparsa di Patrizia è collegata al rapporto, ormai in crisi, tra lei e Giuseppe. Giuseppe però ha un alibi di ferro. Un mese dopo la scomparsa, il padre della ragazza venne sparato fuori dal bar gestito dalla moglie e morì. Probabilmente l’uomo aveva scoperto qualcosa riguardo ciò che era successo alla figlia e per questo doveva essere eliminato.
Nel 2011, attraverso la confessione di un pentito, si è scoperto che Patrizia è stata uccisa strangolata e seppellita da Giuseppe Spatola, il quale era morto ormai da anni. Ancora oggi, la madre, la sorella e la figlia di Patrizia cercano il suo cadavere. Oggi rimangono nei nostri cuori come esempio di affetto profondo”.
Ricordare Patrizia e il suo papà Vittorio oggi significa vivificare il forte sentimento dell’amore che lega la mamma alla figlioletta e il padre alla figlia. Entrambi erano caratterizzati dalla stessa forza morale: proteggere la parte più indifesa. L’istinto del bene che non si piegava al male dominante. Purtroppo non hanno mai ottenuto una piena giustizia. Una storia da raccontare e ricordare specialmente ai più giovani.
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani rileva come il progetto “#inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità” stia diffondendo tra le giovani generazioni volti, storie, episodi veramente straordinari per la loro valenza educativa.
Prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU