“Vuoi una visita rapida? Basta che (ci) paghi”: nei guai radiologo e infermiera a Trani [VIDEO]

I due, in forza al Pta, fornivano prestazioni senza fila né ticket in cambio di 100-150 euro, che finivano nelle loro tasche. Per i parenti, servizio gratis. Almeno 30 casi accertati. Ora sono ai domiciliari.

Treni – Sono accusati di concussione, peculato e truffa aggravata ai danni dello Stato. I due, un medico radiologo ed una infermiera impiegati presso il Pta dell’ex ospedale San Nicola il Pellegrino, sono state fermate e collocate agli arresti domiciliari su ordine della magistratura di Trani.

Alla base della condotta criminale una distorta interpretazione del principio dell’ “appropriatezza” in virtù del quale un dirigente medico, responsabile di un reparto ospedaliero, può gestire direttamente le liste di attesa in caso di comprovate esigenze mediche. Ed è quello che facevano medico ed infermiera facendo saltare la fila a pazienti comunque bisognosi, ma disposti a pagare.

Gli incontri avvenivano nello studio del medico e qui avveniva l’accordo: prestazione rapida in cambio di 100-150 euro che finivano direttamente nelle tasche dei due sanitari. Nessuna fila e nessun ticket pagato dai pazienti. In pratica, approfittando della soggezione psicologica e delle difficoltà emotive, i due proponevano una sorta di “lista parallela”, ovviamente più veloce.

Le indagini tecniche con intercettazioni telefoniche e ambientali e le attività investigative tradizionali di osservazione e pedinamento dei poliziotti di Trani hanno accertato almeno trenta casi.

Il danno era quindi rilevante sia sotto il profilo economico perché nessuno pagava il ticket e i macchinari venivano comunque utilizzati per attività “privatistiche”, sia sotto il profilo di assistenza ai pazienti perché le liste di attesa ordinarie si allungavano notevolmente.

Se questo non bastasse c’erano poi i pazienti privilegiati che, amici, conoscenti o parenti dei due, effettuavano gratuitamente e in modo rapido, accertamenti diagnostici con ulteriore danno all’erario.

Il medico infine, coperto dall’infermiera, ometteva di presentarsi in reparto attestando falsamente la sua presenza all’interno della struttura ospedaliera quando in realtà era da tutt’altra parte.

Le attività di indagine, effettuate tra febbraio e marzo 2023, erano state in qualche modo intuite dai due indagati, in particolare dal medico che ha anche cercando di disfarsi della documentazione gettandola nei rifiuti, gesti puntualmente documentati dai poliziotti con intercettazioni audio e video e con il recupero del materiale gettato.

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