Voti comprati e minacce: la politica nel mirino dell’antimafia

Sei persone in carcere per legami con il clan Parisi: promesse di assunzioni e denaro in cambio di voti nelle elezioni del 2020 e 2024.

Bari – I finanzieri stanno dando esecuzione a un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del tribunale di Bari su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, applicativa di misure cautelari personali in carcere nei confronti di 6 soggetti.

Le persone attinte dai provvedimenti restrittivi (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa) sono indagate, a vario titolo, per il reato di scambio elettorale politico mafioso, estorsione e detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo.

L’operazione costituisce l’epilogo di articolati approfondimenti investigativi, che hanno consentito di accertare un accordo, per le elezioni amministrative del giugno 2020 nel comune di Modugno, tra esponenti di spicco della criminalità organizzata bareseclan Parisi – e attori della politica locale candidati in quella tornata elettorale, nonché diversi episodi estorsivi perpetrati da un imprenditore del foggiano, ai danni di imprenditori agricoli, sfruttando la caratura criminale di uno dei medesimi esponenti del clan.

Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal G.I.P. – gli accertamenti svolti avrebbero consentito di dimostrare, in primis, come un soggetto candidato al consiglio comunale di Modugno nella tornata elettorale del 2020 – poi effettivamente eletto – perseguendo l’intento di fare rapidamente e a tutti i costi “carriera politica”, abbia:

  • acquistato voti” da esponenti dei Parisi in cambio di denaro e della disponibilità a soddisfare le esigenze del gruppo mafioso;
  • fatto da tramite, in occasione del ballottaggio, per procacciare voti al candidato sindaco (allo stato indagato e non attinto da misura personale), in cambio della promessa, poi mantenuta, di garantire l’assunzione ad un affiliato, il quale si è personalmente impegnato a procurare le preferenze.

Nel medesimo ambito risultano indagate ulteriori cinque persone (tra cui il sopra menzionato consigliere comunale) che si incontravano in un summit, tenutosi presso l’abitazione di uno dei soggetti apicali del clan Parisi, al fine di stringere un accordo relativo alla tornata elettorale per le europee del 2024. L’intesa, in questo caso, si sostanziava nell’impegno a reperire voti, dietro la corresponsione di denaro agli esponenti della consorteria criminale, a beneficio di un candidato risultato ignaro dell’intesa ed estraneo ai fatti.

In secondo luogo, è stato appurato come un imprenditore del foggiano, operante principalmente nel settore della commercializzazione di prodotti per l’agricoltura, sfruttando la caratura criminale del medesimo elemento verticistico del clan Parisi e di due suoi sodali, abbia recuperato o tentato di recuperare crediti dalle proprie vittime, tutti imprenditori agricoli, minacciandole di “tagliare” il loro raccolto se non avessero onorato i debiti contratti e garantendo, successivamente, il 50% del riscosso al mafioso. A latere, è stato anche accertato che i due soggetti summenzionati (imprenditore e mafioso), unitamente a un terzo pluripregiudicato, detenevano e portavano armi comuni da sparo in luogo pubblico.

Considerato l’elevato valore indiziario degli elementi acquisiti il G.I.P., su richiesta della Procura, ha emesso gli odierni provvedimenti cautelari personali.