La candidata di punta del Ppe sembra non calcolare i rischi della vittoria di Le Pen e della crescita di Afd in Germania e Vox in Spagna.
Bruxelles – Ursula von der Leyen, alla serata elettorale del partito allo Stanhope hotel a Bruxelles esordisce così: “Abbiamo vinto le elezioni europee, siamo il partito più forte, ancora di stabilità, e questo è un grande messaggio. Il Partito popolare è la più grande forza al Parlamento europeo e nessuna maggioranza potrà essere formata senza il Ppe. Costruiremo un bastione contro gli estremisti da sinistra e da destra. Li fermeremo”. Ma la candidata di punta del Ppe sembra non calcolare i rischi dell’avanzata delle destre che in Francia, con la vittoria schiacciante di Marine Le Pen ha spinto subito il presidente Macron allo scioglimento del Parlamento e alla convocazione di nuove elezioni il 30 giugno e il 7 luglio.
Sembra non calcolare che in Austria l’estrema destra ha trionfato, e che in Germania l’Afd è il secondo partito che ha sorpassato l’Spd del cancellere tedesco Olaf Scholz. Tino Chrupalla, il leader dell’ultradestra tedesca ha affermato trionfante: “Il gioco è finito e abbiamo un super risultato, un risultato da record”. E in effetti non si può negare che l’avanzata sia sorprendente: solo due settimane fa c’era stato un terremoto al Parlamento europeo. L’Ufficio di presidenza del gruppo Identità e Democrazia al Parlamento europeo aveva deciso di escludere con effetto immediato la delegazione tedesca Afd. Il gruppo Id non voleva più essere associato agli incidenti che di recente hanno coinvolto Maximilian Krah, capolista dell’Afd per le elezioni europee. Eppure oggi Afd scala la classifica delle preferenze.
E come se non bastasse, anche Vox cresce in Spagna nonostante a trionfare sia stato il Partito popolare che sarebbe in testa con il 32,4% dei voti pari a 21-23 seggi, in netta crescita rispetto agli attuali 13. Il Psoe di Pedro Sanchez tiene, con il 30,2% dei voti, e una forbice tra i 20 e i 22 seggi rispetto ai 21 attuali. Cresce Vox con il 10,4% dei voti, pari a 6-7 eurodeputati, almeno due in più degli attuali 4. Sumar di Yolanda Diaz avrebbe incassato tra 3 e 4 seggi e Podemos tra i 2 e i 3 seggi. In ogni caso Vox ne esce trionfante: “L’avanzata delle forze patriottiche e sovraniste in tutta Europa è indubitabile” e “siamo contenti di questo”, Vox “durante questi cinque anni con i soli 4 eurodeputati che aveva ha fatto da collante essenziale” per unire i diversi partiti, ha detto il portavoce nazionale di Vox José Antonio Fúster.
Era stata proprio Giorgia Meloni, partecipando alla kermesse sovranista spagnola il mese scorso, a suonare la carica e a invitare le destre all’unità, a lavorare “tanto e insieme” per “sancire la fine di maggioranze innaturali e controproducenti” a Bruxelles in vista del “voto decisivo” di giugno in modo da costruire un’Ue “diversa e migliore”. La premier si era collegata in video a “Europa Viva 24”, evento organizzato al Palacio de Vistalegre di Madrid dal partito spagnolo nazionalista “Vox” guidato da Santiago Abascal (“amico mio”, aveva esordito Meloni). E in veste di presidente dell’Ecr Party aveva ricevuto in dote anche la sponda di Marine Le Pen, presente alla kermesse sovranista.
In Polonia invece la Coalizione civica (Ko) di Tusk è avanti al Diritto e Giustizia (PiS) nei primi exit poll delle elezioni europee: Popolari al 38%, Conservatori al 33,9%. Si profila una pesante battuta d’arresto per Diritto e Giustizia (Pis). Secondo le stime diffuse dal Parlamento europeo, si tratterebbe della prima sconfitta negli ultimi 10 anni per il partito di destra guidato da Jaroslaw Kaczynski, sempre forza politica più votata dal 2014. A scalzarlo è stata Piattaforma Civica (Po), il partito europeista del primo ministro Donald Tusk, che avrebbe ottenuto il 38,2% dei voti distanziando di oltre 4 punti il Pis. L’ex presidente del Consiglio europeo è già comparso davanti alle telecamere e ha promesso che la Polonia sarà rappresentata da persone “qualificate, competenti e oneste” a Bruxelles. “L’Europa vedrà la Polonia con il volto dei nostri candidati, una Polonia onesta, dignitosa e democratica e non di chi vuole sfuggire al sistema giudiziario e rifugiarsi lì”, ha osservato.
Intanto dopo le parole della candidata di punta del Partito popolare europeo, il presidente Manfred Weber, alla serata elettorale del partito allo Stanhope hotel di Bruxelles, dice di volere “un’Europa democratica” e “questo significa che il vincitore delle elezioni ha ora il diritto di nominare il presidente della Commissione europea”, che “per i prossimi cinque anni sarà Ursula von der Leyen”. E aggiunge che la “grande preoccupazione era che arrivassero molti politici all’Eurocamera che vogliono distruggere la nostra Europa” ma “guardando le cifre sono orgoglioso del Ppe forte, questo è il messaggio migliore contro gli estremisti”, ha sottolineato Weber.