Visti falsi: smascherata la rete che gestiva l’immigrazione

Un’indagine della DDA svela un sodalizio criminale attivo dal 2022 che lucrava sull’ingresso illegale di cittadini bengalesi.

Chieti – I carabinieri del NIL, su delega della DDA di L’Aquila , hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale aquilano, nei confronti di un 45enne bengalese e contestualmente hanno notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 19 persone, tutte gravemente indiziate dei delitti di associazione per delinquere finalizzata a commettere una serie indeterminata di reati in materia di immigrazione clandestina, tentata estorsione e rapina.

I provvedimenti giudiziari sono stati emessi sulla base delle risultanze della complessa attività investigativa condotta dai militari del NIL che, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia, hanno fatto luce su un sodalizio criminale – operante fin dal 2022 a Pescara e in altre località abruzzesi, con proiezioni in Puglia e Campania – che, utilizzando in maniera fraudolenta i c.d. decreti flussi, sono riusciti a far entrare in Italia diverse centinaia di cittadini extracomunitari, provenienti prevalentemente dal Bangladesh, confezionando fittizie proposte di lavoro per ottenere il visto d’ingresso in Italia ovvero falsificando gli stessi visti.

L’associazione era articolata su più livelli e si avvaleva:

  • di imprenditori compiacenti, disponibili a predisporre contratti di lavoro fittizi o società create ad hoc in vista dei “click day”;
  • di professionisti che curavano la documentazione necessaria per far risultare regolari le richieste di ingresso tramite i decreti flussi;
  • di intermediari, anche operanti in Bangladesh, incaricati di reclutare cittadini stranieri e di organizzarne l’arrivo in Italia, spesso dietro pagamento e con sistemazioni di fortuna.

I profitti illeciti derivanti dalla gestione delle pratiche migratorie sono stimati in oltre 3 milioni di euro, poiché ciascuno degli stranieri fatti entrare irregolarmente in Italia versava somme elevate; non a caso alcuni indagati definivano il sistema una vera e propria “miniera”.

Nel corso delle indagini, nel luglio 2024, i Carabinieri del NIL hanno eseguito un intervento a Pescara, sorprendendo due imprenditori mentre consegnavano a cittadini stranieri documentazione falsa per l’ingresso in Italia dietro pagamento.

Lo straniero destinatario del provvedimento cautelare svolgeva funzioni di organizzazione e raccordo con l’estero, effettuando anche trasferte per individuare connazionali disponibili a entrare in Italia. In un episodio, per recuperare somme pretese, ha inoltre minacciato e aggredito un connazionale. Considerata la gravità e l’attualità delle esigenze cautelari, è stata disposta la custodia cautelare in carcere e l’uomo è stato tradotto alla casa circondariale di Pescara.