La competenza del processo è del tribunale lombardo. Il prossimo 26 marzo l’udienza preliminare. Si rischia un nuovo rinvio a giudizio.
Roma – Resta a Milano il procedimento che vede la ministra del turismo Daniela Santanchè indagata per truffa aggravata ai danni dell’Inps, uno dei filoni d’inchiesta del caso Visibilia. Lo ha deciso nella tarda serata di ieri la Corte di Cassazione, come anticipato poi dal Corriere della Sera e da La Stampa. La Suprema Corte ha quindi rigettato la questione di competenza territoriale in favore di Roma sollevata dalla difesa. “Una follia. A noi avvocati non è ancora stato comunicato nulla e ci era stato assicurato in tutti i modi, anche dalla Corte di Cassazione, che la notizia non sarebbe stata passata ai giornali prima. Vergognoso”. Così l’avvocato Pelanda si lancia contro la fuga di notizie sulla decisione in merito alla competenza territoriale del procedimento.
Poi un attacco ai magistrati: “I giornalisti fanno giustamente i giornalisti, non è ovviamente questo il tema. I magistrati, invece, perché è evidente che la notizia arriva da lì e non dalla cancelleria, dovrebbero avere un pò più di rispetto per gli avvocati”. L’udienza preliminare riprende il prossimo 26 marzo davanti al gup milanese: per Santanchè c’è il rischio di un nuovo rinvio a giudizio. Secondo l’accusa, sarebbero stati chiesti e ottenuti i contributi della cassa integrazione Covid a zero ore per 13 dipendenti del gruppo, tenuti nel frattempo al lavoro in smartworking. Il danno all’Inps sarebbe di oltre 126 mila euro. L’avvocato di Santanchè, Nicolò Pelanda, aveva chiesto di spostare il procedimento a Roma perché il server dell’Inps è nella Capitale e perché il primo pagamento a un dipendente Visibilia, per la cassa integrazione, avvenne su un conto bancario romano.
Secondo l’ipotesi dei pm Marina Gravina e Luigi Luzi, che hanno coordinato l’indagine assieme all’ex aggiunto e ora procuratrice a Lodi, Laura Pedio, la parlamentare, il compagno Dimitri Kunz e Paolo Giuseppe Concordia, collaboratore esterno con funzioni di gestione del personale di Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria – società del gruppo fondato dalla ministra e dal quale è uscita nel 2022 – , sarebbero stati consapevoli di aver richiesto e ottenuto “indebitamente” la cassa integrazione in deroga “a sostegno delle imprese colpite dagli effetti” della pandemia Covid per 13 dipendenti.