Cybercriminali pubblicano false richieste di donazioni, il secondo episodio dopo la truffa vocale con IA.
Roma – L’account Twitter del Ministro della Difesa Guido Crosetto è finito sotto attacco hacker nella giornata del 4 settembre. La conferma è arrivata attraverso i canali ufficiali del dicastero: “L’account personale del ministro su X ha subito una violazione informatica. I messaggi diffusi non rappresentano la posizione del ministro o del ministero della Difesa. Siamo al lavoro con gli organi preposti per ristabilire la sicurezza totale”.
Il titolare della Difesa ha personalmente confermato l’intrusione attraverso un messaggio serale: “Il mio profilo è stato compromesso. Sembra che abbiano accesso simultaneo al mio account. Procederò con la richiesta di sospensione”.
Contenuti fraudolenti diffusi dagli aggressori
I cybercriminali hanno diffuso almeno due messaggi ingannevoli attraverso il profilo ministeriale: il primo sollecitava contributi in valuta digitale destinati alla popolazione palestinese di Gaza, mentre il secondo riguardava presunte spese funebri per lo stilista Giorgio Armani.
Il secondo messaggio recitava: “Giorgio Armani ha sviluppato nel tempo una filosofia che dal mondo della moda si è estesa a tutti i settori dell’esistenza, precorrendo le tendenze con lucidità e concretezza. È giunto il momento di contraccambiare. L’intero incasso sarà destinato domani alla cerimonia funebre”.
Nonostante la rimozione iniziale, i contenuti sarebbero riapparsi sporadicamente, spingendo Crosetto a richiedere il blocco definitivo dell’account.
Il ministro aveva già subito un precedente attacco informatico nel febbraio 2024. In quell’occasione, numerosi imprenditori del territorio nazionale avevano ricevuto telefonate fraudolente da una voce artificialmente riprodotta che imitava Crosetto. Le chiamate richiedevano il versamento di circa un milione di euro su conti esteri con sede a Hong Kong, spacciando la somma come riscatto per liberare reporter italiani sequestrati in territorio mediorientale.
La ripetizione di questi attacchi solleva questioni importanti sulla robustezza dei sistemi di protezione implementati dalle piattaforme digitali e sull’urgenza di potenziare le difese informatiche per i profili delle autorità governative.