Il fermo in Grecia del californiano non chiude il caso del duplice omicidio a Roma. Identità false, un matrimonio mai registrato con la donna bionda (“Stella”) e una fuga programmata gettano nuove ombre sul giallo. In un audio all’amico: “Mia moglie mi ha lasciato, posso stare da te qualche giorno con la bimba?”.
Roma – Charles Francis Kaufmann: è questo il vero nome di “Rexal Ford”, lo sceneggiatore americano in disgrazia fermato in Grecia per il duplice omicidio di Villa Pamphili, non ha risolto il caso. Anzi, ha aperto nuovi interrogativi. A più di una settimana dal ritrovamento dei corpi della donna e della figlia uccise nel parco romano, l’Fbi ha scoperto che il passaporto mostrato finora dal sedicente regista è stato ottenuto nel 2019 fornendo un nome fittizio. Intanto, le indagini svelano molti elementi chiave che non tornano, alimentando un giallo che diventa ogni giorno più inquietante.
L’incontro galante dopo l’omicidio
Il primo punto oscuro riguarda l’atteggiamento di Ford nei giorni successivi ai fatti. L’8 giugno – appena 24 ore dopo la scoperta dei cadaveri – vagava per Roma in cerca di location cinematografiche, ostentando tranquillità. Due giorni dopo, si presentava al Pantheon per un incontro galante con una donna conosciuta online. A insospettirla: i modi, le bugie sul passato da produttore, le stesse vesti dell’arresto e un invito a raggiungerlo in Grecia, dove sarebbe partito il giorno seguente.
La versione del matrimonio a Malta non regge
Il secondo tassello riguarda la presunta vita di coppia a Malta. Un musicista messicano, Oskar Christian, ha raccontato ai media di aver vissuto con Ford e la vittima: “Affittavano case su Airbnb, avevano proprietà e vivevano una vita agiata”. Ma la sua ricostruzione cozza con i riscontri ufficiali: nessuna traccia del matrimonio a La Valletta, né negli archivi maltesi né in quelli internazionali.
L’identità completamente inventata
Il terzo elemento riguarda l’identità della donna uccisa. Ai controlli della polizia del 20 e 30 maggio, si era sempre presentata come “Stella Ford, moglie di Rexal”. Ma nessun documento confermava quella versione. Le autorità americane non hanno trovato riscontri del nome, e ora si ipotizza che fosse di origine russa o ucraina. Una donna senza identità ufficiale, totalmente dipendente dall’uomo, visibile solo nei rari scatti condivisi da Ford con i genitori.
Un passato nel cinema e una carriera in declino
Dietro l’uomo oggi in cella si cela una figura complessa. Rexal Ford, 46 anni, vantava un curriculum nel mondo del cinema, tra videoclip e progetti internazionali. Negli ultimi anni, però, la carriera si era sgretolata. Il 7 maggio si era presentato a una casa di produzione romana con un copione, cercando di vendere una nuova sceneggiatura. Ma il progetto non aveva ricevuto seguito. L’8 giugno, giorno dopo il ritrovamento dei corpi, Ford sollecitava ancora risposte sul film, mentre probabilmente preparava la fuga.
Una doppia vita e un nome preso in prestito
Gli inquirenti sospettano che Ford abbia sfruttato l’esistenza di un omonimo negli Stati Uniti, un vero regista, per costruirsi una falsa identità cinematografica. Una strategia per mantenere credibilità e agganciare nuovi contatti a Roma, mentre la sua situazione personale e finanziaria precipitava.
Secondo gli investigatori, la compagna e la bambina potrebbero essere state percepite come un ostacolo alla ripresa della carriera. Un fardello che Ford avrebbe deciso di eliminare.
Il vocale all’amico italiano: “Mia moglie mi ha lasciato, posso stare da te qualche giorno con la bimba?”
Ad aggiungere altri elementi inquietanti ad un quadro già problematico c’è anche il messaggio vocale che Ford ha lasciato a un amico italiano il 5 giugno, pubblicato da Repubblica in esclusiva. “Mia moglie mi ha lasciato, è tornata con il suo ex fidanzato che ha tanti soldi. Non voleva essere più una madre. Quindi sono tornato a Roma da solo insieme alla bambina”, gli dice. Il 46enne americano accenna al progetto cinematografico che starebbe realizzando. L’amico gli avrebbe chiesto di considerare un certo Raul, un chitarrista spagnolo, per le musiche. Ford risponde di sì aggiungendo che alla realizzazione starebbe partecipando anche uno “buon amico, Dhani Harrison, il figlio di George Harrison” (ex dei Beatles, ndr), il quale avrebbe composto una canzone per il film.
Poi confida all’interlocutore di avere una “situazione personale” difficile: “Mia moglie mi ha lasciato, è tornata dal suo ex fidanzato e non voleva la bambina, in pratica lei non era più interessata ad essere una madre. Ora sono tornato a Roma, solo io e mia figlia, e mi stavo chiedendo se tu potessi ospitarci , se potevamo stare a casa tua io e la bambina. Non sto cercando un appartamento da affittare, sto solo chiedendoti se puoi ospitarci. Potrei essere lì tra un paio di giorni. Se è possibile fammelo sapere, altrimenti continueremo a cercare”.
Poi aggiunge: “Non ho bisogno di molto spazio, potremmo iniziare a lavorare al libro da pubblicarem passare un po’ di tempo insieme, amico, fratello… Aggiungiamo Raul al progetto. Non sto cercando un appartamento in affitto, avrei intenzione di tornare negli Stati Uniti o in Inghilterra. Purtroppo lei è alla ricerca di qualcuno con più soldi. Comunque sia, andrà tutto bene. Spero tu stia bene. Ciao”.
Il 7 giugno, il corpo della donna e della figlia vengono ritrovati nel parco di Villa Pamphili. La bambina fino a due giorni prima era ancora viva, come emerge chiaramente dal messaggio vocale, nel quale in sottofondo si sente anche, in lontananza, la voce della piccola.