Per gli inquirenti ci vorranno ancora “uno o due giorni”. Ipotesi morte naturale per la giovane; la piccola di pochi mesi invece sarebbe stata uccisa giorni dopo il decesso della madre: “Morta per soffocamento e percosse”.
Roma – Si sarebbe a un passo dall’identificazione della donna trovata morta sabato scorso a Villa Pamphili, a ridosso della cancellata su via Leone XIII, insieme alla figlia di pochi mesi, rinvenuta a circa 200 metri di distanza. Si tratta di una donna di circa 30 anni, bionda, alta 1 metro e 64 e dal peso di 58 chili, rimasta senza nome per giorni poiché non risultava registrata in alcun archivio sanitario, giudiziario o anagrafico – né in Italia, né all’estero. La notizia della presunta già avvenuta identificazione, riportata da alcuni organi di stampa, è rimbalzata subito sul web spingendo la Questura di Roma a rispondere a stretto giro con una nota, in cui ribadisce che si stanno vagliando tutte le ipotesi e le segnalazioni, giunte numerose soprattutto dopo la diffusione dei tatuaggi trovati sul corpo della giovane. Al momento però, spiega la polizia, “non è stato identificato nessuno” ma ci vorranno ancora “uno o due giorni”.
Un giallo dai contorni sempre più intricati
Il corpo della donna, nudo e privo di segni evidenti di violenza o traumi, è stato ritrovato in avanzato stato di decomposizione e si stima fosse lì da almeno una settimana. Le analisi tossicologiche hanno escluso droghe e farmaci, e l’autopsia non ha evidenziato lesioni o cause traumatiche: si fa dunque strada l’ipotesi di una morte naturale, anche se non è ancora esclusa del tutto una causa diversa.
Diverso invece il caso della bambina, che secondo il medico legale aveva tra sei e otto mesi e sarebbe morta per soffocamento e percosse, due o tre giorni prima del ritrovamento. Anche lei era nuda. A sconcertare gli investigatori è il fatto che le due morti non siano avvenute nello stesso momento, ma a distanza di almeno cinque giorni l’una dall’altra.
Le domande ancora senza risposta
Se la madre è morta per cause naturali, perché qualcuno avrebbe ucciso la bambina giorni dopo? E soprattutto, perché tornare nel luogo del primo decesso per lasciare lì anche il corpo della piccola, quando ci sarebbero stati mille altri modi per disfarsene lontano da un cadavere già presente e potenzialmente compromettente?
Secondo gli inquirenti, il corpo della donna era parzialmente occultato con un sacco, tra le siepi di oleandri, forse nella speranza che non venisse scoperto. Ma se davvero l’intento era quello di nascondere il primo cadavere, che senso avrebbe avuto tornare sul posto con il corpo della neonata per lasciarlo così visibile poco distante?
Sono proprio queste incongruenze che, alla luce dell’identificazione della donna, potrebbero ora portare nuovi elementi all’indagine, condotta congiuntamente da Squadra Mobile e Procura.