Video porno in classe, docente licenziata, ma tribunale ribalta tutto

Allontanata dopo l’episodio, l’ex insegnante ottiene il reintegro fuori dalla cattedra e il pagamento degli stipendi arretrati.

Modena – Una vicenda giudiziaria che intreccia scuola, lavoro pubblico e giustizia del lavoro si è conclusa con una decisione destinata a far discutere. Protagonista una donna che aveva lavorato all’istituto Corni e che, dopo un lungo iter giudiziario, ha ottenuto una sentenza favorevole sotto il profilo occupazionale ed economico.

I fatti risalgono al marzo del 2023, quando una docente supplente di sostegno era finita sotto processo per aver mostrato ai propri studenti un video a contenuto pornografico che la ritraeva insieme al compagno. A seguito dell’episodio, la scuola aveva disposto il licenziamento, ritenendo il comportamento grave e lesivo della dignità degli alunni. Parallelamente, nei suoi confronti era stato aperto anche un fascicolo con l’accusa di adescamento di minorenni.

Ora il tribunale ha stabilito che la donna dovrà essere reintegrata dall’istituto scolastico e risarcita per gli stipendi non percepiti negli ultimi due anni, per una somma complessiva di circa 40mila euro. Allo stesso tempo, il procedimento penale a suo carico è stato archiviato.

La reintegrazione, tuttavia, non avverrà in cattedra. I giudici hanno infatti riconosciuto alcune responsabilità a carico dell’ex insegnante, ritenendo pienamente legittima e proporzionata la sua destituzione dall’attività didattica. Per questo motivo, la donna sarà riassunta con un incarico diverso: quello di assistente amministrativa, con contratto a tempo indeterminato, senza più alcun contatto diretto con gli studenti.

Un elemento centrale della decisione riguarda il suo percorso professionale precedente. Prima di diventare supplente a tempo determinato, la donna era in aspettativa proprio dal ruolo di assistente amministrativa. Secondo il tribunale, il comportamento contestato durante l’incarico di docenza non può automaticamente determinare la perdita del posto di lavoro a tempo indeterminato già posseduto. Nelle motivazioni si legge infatti che non esiste una norma che preveda la decadenza automatica dall’impiego pubblico per condotte tenute nell’ambito di un incarico temporaneo di insegnamento.

Alla luce di questa interpretazione, l’istituto scolastico dovrà procedere alla nuova assunzione nel ruolo amministrativo e al pagamento degli arretrati. Una decisione che chiude il contenzioso, ma che lascia aperto il dibattito sul confine tra responsabilità individuali, tutela degli studenti e diritti dei lavoratori nel mondo della scuola.