Atti ignobili e vergognosi alla vigilia del 32° anniversario dell’attentato costato la vita a Paolo Borsellino e agli agenti della scorta. È caccia ai responsabili. Il Sap: “Siamo sgomenti”.
Palermo – Atti ignobili e vergognosi, compiuti per di più alla vigilia del 32esimo anniversario della strage di via D’Amelio. Le pensilina rossa dedicata al valore delle donne e alla lotta contro ogni forma di violenza è stata vandalizzata da ignoti. E imbrattata è stata anche la targa commemorativa apposta dal Sap al Giardino della Memoria in ricordo dell’attentato del 19 luglio 1992 in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta Agostino Catalano, Claudio Traina, Emanuela Loi, Walter Cosina e Vincenzo Li Muli. Due gesti infami e sconvolgenti, solo gli ultimi, purtroppo di una lunga serie e di cui si cercano ora i responsabili.
Inaugurata nel 2021 nella fermata d’autobus in via Autonomia Siciliana a Palermo, nelle vicinanze di via D’Amelio, la pensilina dell’autobus con tanto di panchina rossa è stata dedicata alla stessa Emanuela Loi e ad altre “donne coraggio” contro la mafia: Rita Atria, Rita Borsellino, Maria Pia Lepanto e Agnese Piraino Leto. Un’occasione per fermarsi a riflettere e ricordare. La scorsa notte ignoti vandali hanno divelto alcune immagini delle donne presenti e imbrattato i pannelli con disegni osceni.
Vandalizzata è stata anche la targa commemorativa apposta dal Sap, il Sindacato Autonomo di Polizia, al Giardino della Memoria per ricordare i colleghi morti nella strage di via D’Amelio. “Un gesto che ci lascia sgomenti”, commentano dalla segreteria provinciale del Sap in una nota. “È stata la deprecabile profanazione di un ricordo, in nome di un qualcosa che nulla ha a che vedere con la ricerca della “verità”.
“Qualora ci fosse stato un errore nella misurazione dello spazio – continua la nota – , è inconfutabile che non vi sia errore nella misurazione del tempo, che ogni anno passa e che non vogliamo porti via con se il ricordo di quei martiri morti in nome della giustizia. È questo ciò che il Sap fa dal 1993, anno successivo alle stragi, continuando a proporre il Memorial Day per far si che non si dimentichino mai le donne e gli uomini che hanno dato la loro vita per un’idea di giustizia, per rendere migliore il mondo in cui viviamo. Il vile gesto, per il quale il Sap si riserva di costituirsi anche parte civile, si discosta profondamente da ciò che sono gli ideali di giustizia che hanno rappresentato gli uomini e le donne morti per mano mafiosa, anzi, al contrario, incarna un sentimento di “giustizia personale” lontano dagli ideali di legalità che questi eroi ci hanno lasciato”.
“È sconcertante, ad un giorno dal 32^ anniversario della strage di via D’Amelio, dover inorridire per un gesto simile, piuttosto che potersi dedicare al ricordo di quegli agenti della scorta: Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina, Emanuela Loi e Vincenzo Li Muli che hanno sacrificato la loro esistenza per il giudice Paolo Borsellino, l’uomo che nel massimo rispetto della legalità ha continuato a fare il suo dovere per far giustizia sulla morte dell’amico Giovanni Falcone – conclude il Sap – È questo quello che bisogna insegnare alle nuove generazioni, per far si che si possano accorciare le “distanze”, quelle vere, tra la società civile e le istituzioni”.