Venezuela, De Grazia nel carcere dei servizi. Di Giuseppe (Fdi): “E’ un centro di tortura”

Politici italiani in prima linea per seguire gli sviluppi delle sorti degli italiani “oppositori” di Maduro accusati di incitamento all’odio.

Roma – Américo Giuseppe de Grazia Veltri, politico venezuelano naturalizzato italiano sparito da giorni, si trova presso la sede dei servizi segreti venezuelani. Lo riferisce all’Adnkronos il deputato di Fdi eletto all’estero, Andrea Di Giuseppe. “De Grazia in questo momento è prigioniero in un centro penitenziario che si chiama El Helicoide. Ho parlato con la figlia del nostro connazionale, la quale mi ha confermato che De Grazia si trova in questo penitenziario, che è un centro di tortura. Uno dei peggiori posti in cui ci si possa trovare in Venezuela”, afferma Di Giuseppe. Dopo la vittoria di Maduro, alcuni politici italiani, in prima linea il ministro degli Esteri Antonio Tajani, seguono gli sviluppi di ore drammatiche per gli italiani “oppositori” accusati di incitamento all’odio.

“Maduro liberi gli italo-venezuelani detenuti a Caracas”, è stato l’appello al presidente del Venezuela da parte di Tajani, che al presidente recentemente rieletto tra le proteste chiede di scarcerare gli oppositori del governo di Caracas, in particolare i due leader della protesta anti-Maduro, Americo De Grazia appunto e Williams Davila. Proprio quest’ultimo si era appellato ieri all’Italia per chiedere di intervenire. “Continuiamo a seguire gli sviluppi attraverso la task torce che ho attivato presso il ministero degli Esteri. Lavoriamo in coordinamento con i partner – affinché il Venezuela possa finalmente tornare ad essere un Paese libero”, ha scritto Tajani su X.

Il clima è di terrore: repressione, arresti, e c’è chi sparisce nel nulla. “Basta criticare Maduro sui social e ti vengono a prendere a casa: rastrellano tutti, anche gli anziani”. L’allarme lo aveva lanciato il deputato Fdi Di Giuseppe, che aveva raccontato il prezzo della repressione che sta pagando la comunità italiana in Venezuela, circa un milione e mezzo di persone a rischio. E proprio ieri ha denunciato la scomparsa di un italiano. “Dal 9 agosto non si hanno più tracce di Antonio Calvino, di origini siracusane, oppositore del governo”. Il Comites degli italiani in Venezuela, organismo che si confronta con il consolato, ha avvertito le autorità italiane della scomparsa di Calvino, ma chiunque “si rifiuta di andare a casa sua e della famiglia per verificare di persona cosa sia successo, perché hanno paura loro stessi di ritorsioni. Per cui abbiamo denunciato la cosa al console”, ha aggiunto.

Il deputato, che tanto si è speso anche per il ritorno in Italia di Chico Forti, fa notare che le telefonate quotidiane di connazionali ricercati o arrestati sono tante. L’ultima era stata di un signore di 79 anni che si è fatto prestare un cellulare perché “non aveva neanche i soldi per chiamarmi: la sua unica colpa? Aveva scritto un post a favore dell’opposizione al tempo delle elezioni”. Inoltre la deputata regionale siciliana di Forza Italia, Bernardette Grasso, nonché sindaco di Capri Leone, nel Messinese, ha espresso “profonda preoccupazione” anche per la vicenda di Rita Capriti, 45 anni, cittadina italo-venezuelana e la cui famiglia è originaria di Mirto, arrestata il 2 agosto nell’ambito delle proteste dell’opposizione anti-Maduro. 

“La signora Capriti sarebbe isolata in una stanza e non in cella ed è in buone condizioni di salute” assicura invece il commissario Josè Dellacroiz, dirigente della struttura carceraria in cui si trova la donna. “Ma non è stata consentita la visita della viceconsole onoraria. Nei prossimi giorni riproverà a ottenere il permesso per incontrarla”. Capriti, esponente del partito di opposizione Primero Justicia, “è stata prelevata dalle autorità locali nella notte tra l’1 e il 2 agosto e da allora è detenuta presso il Cicpc di Caña de Azucar, a Maracay”. “Le accuse sono di incitamento all’odio, terrorismo e resistenza a pubblico ufficiale. Ma sono accuse mossele per il suo impegno politico” prosegue il sindaco di Capri Leone. “Il Ministero degli Esteri sta seguendo il caso dall’inizio dell’arresto. Tony, il fratello della donna, era già pronto a tornare in Sicilia ma è rimasto bloccato lì dopo l’arresto della sorella” conclude Bernadette Grasso.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa