Tutti contro tutti tra le fibrillazioni elettorali: urne sparse in ben 309 Comuni. Le sfide cruciali di Rovigo, Bassano e Vittorio Veneto.
Roma – E’ un ‘tutti contro tutti’ nel centrodestra in Veneto, per la tornata amministrativa agganciata
alle Europee dell’8 e 9 giugno. Una situazione che potrebbe anticipare la sfida che nel 2025 vedrà gli ‘alleati’ Lega e Fdi contro, per la poltrona del presidente della Regione. Con il voto per Strasburgo si va alle urne anche in 309 Comuni della regione, il 55% del totale; 24 di questi con popolazione superiore ai 15mila abitanti. I test più probanti sono quelli di Rovigo (l’unico capoluogo di provincia), Bassano del Grappa, e Vittorio Veneto. Specchio della competizione che si è aperta a livello nazionale per il dopo-Zaia, sono soprattutto questi due ultimi.
A Bassano la Lega ha abbandonato il proprio sindaco uscente, Elena Pavan, divenuta il candidato di Fratelli d’Italia, appoggiata da due civiche. Nella città degli Alpini, il Carroccio ha trovato invece la convergenza con Forza Italia, che con il partito di Salvini sosterrà Nicola Finco, attuale vice presidente del Consiglio regionale. Finco avrà l’appoggio anche dell’Udc. A contendere loro la vittoria sarà Roberto Campagnolo, scelto dal Pd e sostenuto da una lista collegata ai 5 Stelle e altre tre civiche.
Situazione ancora più ingarbugliata a Vittorio Veneto (Treviso), dove la Lega si dovrà guardare dal suo recente passato, vedi Gianantonio Da Re, l’europarlamentare espulso dal movimento dopo essere entrato in rotta di collisione con Matteo Salvini. Dopo 40 anni tra le fila della Lega, prima quella “Nord” e ora quella salviniana, Da Re è stato formalmente espulso dal partito. L’europarlamentare del Carroccio paga le parole al vetriolo contro il suo segretario Matteo Salvini, definito “cretino” in una intervista. Il 9 giugno, aveva predetto, “assisteremo a un disastro annunciato. Un sondaggio interno dà il Carroccio al 5,5 per cento. Il giorno dopo Salvini si deve dimettere“.
A Vittorio Veneto è stata Forza Italia a rompere il fronte del centrodestra, appoggiando la candidatura dell’ex vicesindaco Gianluca Posocco (ex Lega), in coalizione proprio con la lista guidata da Da Re. Qui Lega e Fdi sono insieme, a sostegno di Giovanni Braido. La candidata di Pd e centrosinistra è Mirella Balliana. Alleanze rotte o rimescolate, infine, anche nel capoluogo del Polesine. A Rovigo si è arrivati al voto anticipato dopo le dimissioni presentate a gennaio dal sindaco di centrosinistra, Edoardo Gaffeo.
Docente universitario a Trento, Gaffeo era stato eletto come indipendente da una coalizione di centrosinistra che comprendeva Pd e due liste civiche. Dopo quattro anni e mezzo la rottura, con il ritiro dell’appoggio da parte dei Dem e l’avvio della gestione commissariale fino alle elezioni. Alle urne si presentano sei candidati sindaco, con un panorama politico radicalmente mutato. Si ripresenta Gaffeo, ma stavolta a sostenerlo sono le due civiche di prima e il Movimento 5 Stelle. Il Pd, con un’altra civica, si è invece orientato su Palmiro Franco Tosini. Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega convergono su Valeria Cittadin, dirigente scolastica e già sindacalista Cisl.