Centinaia di capi di abbigliamento contraffatti che scimmiottavano i più noti brand internazionali sono stati sequestrati dai finanzieri. Individuato un soggetto che aveva occupato uno spazio pubblico per vendere gli articoli falsificati nel corso del mercato settimanale.
Chieti – Prosegue, incessante, l’attività di contrasto all’abusivismo commerciale ed alla contraffazione nel corso della stagione estiva, avviata dal Comando provinciale di Chieti, che ha permesso di sequestrare diverse centinaia di capi d’abbigliamento contraffatti, tutti riportanti i segni distintivi di noti brand della moda nazionale e internazionale. Il blitz anticontraffazione, posto in essere dai militari del Gruppo, ha permesso di individuare un soggetto che, con diversi borsoni a seguito, aveva occupato uno spazio pubblico per vendere gli articoli falsificati durante lo svolgimento del mercato settimanale che ha luogo in Chieti Scalo.
Alla vista dei finanzieri, quest’ultimo, abbandonava d’impeto gli imballaggi, disperdendosi tra i passanti e rendendosi, di fatto, irreperibile. In tale circostanza, le Fiamme Gialle operanti, al fine di non mettere a repentaglio l’incolumità dei passanti e dei turisti, provvedevano direttamente a cautelare la merce contraffatta.
L’attività investigativa è ora rivolta all’identificazione dell’autore del reato, anche grazie al contestuale sequestro di uno smartphone rinvenuto nella zona dov’era esposta la merce illegale, nonché alla ricostruzione della filiera del falso per individuare gli eventuali centri di stoccaggio presenti sul territorio provinciale.
Il comandante provinciale di Chieti – colonnello Michele Iadarola, ha evidenziato come questi risultati di servizio confermino l’elevato e costante livello di attenzione della Guardia di Finanza nel contrastare la diffusione di prodotti non conformi agli standard di sicurezza, contribuendo a garantire una protezione efficace dei consumatori e un mercato competitivo ove gli operatori economici onesti possano beneficiare di condizioni eque di concorrenza.
L’ufficiale ha, altresì, sottolineato che la contraffazione è un moltiplicatore d’illegalità e alimenta i circuiti sommersi del lavoro nero, dell’evasione fiscale, del riciclaggio e della criminalità organizzata.