La replica del sindaco Miccichè: “Polemiche sterili e per nulla costruttive”. Ma l’opposizione insiste: “Non è stata sistemata una strada, uno svincolo, un marciapiede, una fontana”. E il 18 gennaio arriva Mattarella…
Agrigento – Sono passati sette anni dalla prima candidatura di Agrigento a Capitale italiana della cultura. E quando finalmente la città ce l’ha fatta, non ci ha fatto certo una buona figura. Sì perché nel cartello stradale installato lungo la “strada degli scrittori” dedicata a “I luoghi di Luigi Pirandello”, e dove si elencano i punti notevoli della città, comparirebbero ben due strafalcioni in quattro righe. Si esordisce alla prima riga con l’indicazione “Valle ‘di’ Templi” anziché “dei”, per chiudere alla quarta con “Casa Pirandello ‘contrata’ Caos” anziché “contrada” (anche se quest’ultimo in realtà proprio sbagliato non è, essendo “contrata” voce desueta ma utilizzata in ambito regionale e non solo). Errori a cui l’Anas ha già messo una pezza, rimuovendo il cartello, dopo il polverone sollevato da un articolo uscito sul Corriere della Sera a firma di Gian Antonio Stella.
Il presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco ha addirittura invocato il commissariamento della città per salvare quello che doveva essere un “appuntamento con la storia”, “l’occasione delle occasioni”: “Credo che ci siano tutti i presupposti affinché da Roma si abbia la consapevolezza di impugnare il tutto, anche a costo di essere sgarbati nei modi, perché non si può perdere questa occasione“, ha spiegato Buttafuoco. E forse non ha tutti i torti, considerando che a quanto risulta, ad oggi il programma delle celebrazioni ancora non esiste. “Non è stata sistemata una strada, uno svincolo, un marciapiede, una fontana”, denunciano le opposizioni, quando ormai è scattato il conto alla rovescia per la visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in programma il prossimo 18 gennaio 2025 proprio per dare il via ufficiale all’Anno della Cultura.
Non si è fatta attendere la replica del sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè, che ha comunicato il suo pensiero in un post su Facebook: “Il remare contro ‘Agrigento Capitale italiana della Cultura 2025’, spesso con pregiudizio, e anche utilizzando a pretesto avvenimenti del tutto avulsi dal contesto di competenza comunale come i recentissimi strafalcioni su alcuni cartelli stradali, si prospetta come una pratica ricorrente anche nel 2025 come lo è stata nel 2024. A fronte di ciò non intendiamo demordere affatto, né scoraggiarci, né inseguire ogni polemica o invettiva sterile e per nulla costruttiva. ‘Agrigento Capitale italiana della Cultura’ è una partita, e noi abbiamo deciso di giocare per vincere. Dopo la designazione e la programmazione, la partita è appena iniziata. Attendiamo a breve il presidente Sergio Mattarella e il ministro della Cultura Alessandro Giuli. Sugli spalti, come per ogni partita che si rispetti, vi sono coloro che tifano a favore e altri contro. Noi giochiamo puntando dritti verso la rete, senza distrazioni. Al termine, il risultato sarà l’unico giudice”.