Il governatore sotto accusa per la gestione dell’emergenza. A dodici giorni dal disastro le vittime sono 220, di cui 27 non identificate, mentre 50 persone risultano ancora disperse.
Valencia – Un fiume in piena, ma stavolta di persone, ha travolto Valencia, stasera teatro di una enorme manifestazione per protestare contro la gestione dell’alluvione del 29 ottobre, che ha causato oltre 200 vittime. Decine di migliaia di persone hanno riempito le strade del centro, chiedendo le dimissioni di Carlos Mazón, presidente della Generalitat e membro del Partito Popolare, criticato per non aver attivato tempestivamente gli allarmi e per la mancata coordinazione dei soccorsi.
Con lo slogan «Dimettiti Mazón», la protesta, avviata alle sei del pomeriggio, ha visto anche forti cori e slogan come «Assassini» e «Non si sono macchiati di fango, ma di sangue». Alcuni manifestanti hanno espresso disappunto anche verso il presidente del governo spagnolo, Pedro Sanchez.
Alcuni video riprendono cariche violente della polizia contro i manifestanti.
A dodici giorni dalla catastrofe, numerosi sobborghi di Valencia sono ancora sommersi dal fango e privi di acqua potabile. Mazón ha dichiarato che le responsabilità politiche verranno chiarite «al momento giusto», ma la popolazione continua a richiedere un intervento immediato per la gestione dell’emergenza e la ricostruzione.
Secondo i dati ufficiali aggiornati, le vittime sono 220, di cui 27 non identificate, mentre 50 persone risultano ancora disperse. Stamani mattina, i resti di una persona sono stati recuperati nella laguna di Albufera con l’aiuto di un drone.
Gli organizzatori della manifestazione hanno dichiarato: «Questo governo ha dimostrato incompetenza nella gestione del disastro naturale e non è in grado di garantire la ricostruzione necessaria. Chiediamo le dimissioni immediate di Mazón e dell’intero Consell de la Generalitat».
L’anno scorso, il Partito Popolare ha vinto le elezioni regionali della Comunità autonoma di Valencia formando inizialmente un’alleanza con Vox, che in seguito ha deciso di uscire dal governo per passare all’opposizione.