Ursula von der Leyen rieletta presidente della Commissione europea con 401 voti

Un secondo mandato, dopo quello dal 2019 a fino oggi, frutto di una larga maggioranza cercata e ottenuta dalla 65enne.

Strasburgo – Ursula von der Leyen confermata per un secondo mandato alla guida della Commissione europea con 401 voti, mentre 284 eurodeputati hanno votato contro, 15 si sono astenuti e 7 sono state le schede vuote. La maggioranza necessaria era di 360, perché non ha votato un parlamentare catalano che si era rifiutato di giurare. Sulla carta Ppe, S&D e liberali contano 401, i Verdi che hanno sostenuto von der Leyen hanno 53 seggi. Ora si cercherà di capire quali sono stati i movimenti all’interno dei singoli gruppi. Quel che è certo è che gli eurodeputati di Fratelli d’Italia hanno votato contro. 

“Le scelte fatte in questi giorni, la piattaforma politica, la ricerca di un consenso a sinistra fino ai Verdi hanno reso impossibile il nostro sostegno a riconferma della presidente Ursula von der Leyen”. Lo ha detto il capo delegazione di Fdi all’Eurocamera Carlo Fidanza sottolineando che con la rielezione “non viene dato seguito al forte messaggio di cambiamento uscito dalle urne del 9 giugno“. “Questo non pregiudica il nostro rapporto di lavoro istituzionale che siamo certi possa portare a alla definizione di un ruolo adeguato in seno alla prossima commissione che l’Italia merita”, ha aggiunto.

Prima del voto la 65enne ha pronunciato il suo discorso di candidatura alla presidenza alla Plenaria dell’Eurocamera sottolineando la necessità di una scelta per una “Europa forte”. “Le scelte definiscono il destino e in un mondo pieno di avversità il destino dipende da ciò che faremo ora. L’Europa è davanti ad una scelta decisiva che definirà la nostra posizione nel mondo nel prossimo quinquennio. L’Europa non può controllare dittatori e demagoghi nel mondo ma può scegliere di tutelare la nostra democrazia”, ha detto.

“Non lascerò che la polarizzazione estrema della nostra società venga accettata e non accetterò che gli estremismi o le demagogie distruggano il nostro stile di vita europeo”, ha detto ancora von der Leyen. Ha poi sottolineato che si impegnerà a mantenere la rotta sul Green Deal europeo e che intende lanciare un piano per l’industria pulita nei primi 100 giorni del mandato: “Questo preparerà la strada verso l’obiettivo di riduzione delle emissioni del 90% per il 2040, che proporremo di inserire nella nostra legge europea sul clima”. Poi una promessa: “Nominerò un commissario per il Mediterraneo che si concentri su investimenti e partenariati, stabilità economica, creazione di posti di lavoro, energia, sicurezza, migrazione e altre aree di interesse reciproco, nel rispetto dei nostri valori e principi”.

Durante il suo discorso, Ursula von der Leyen ha anche dedicato un chiaro attacco al primo ministro ungherese Viktor Orban, accusato di essersi recato a Mosca per una missione di pace che “è stata solo una missione dell’acquiescenza, dell’appeasement, una politica di eccessive concessioni”. “Solo due giorni dopo i jet di Putin hanno colpito un ospedale pediatrico. Era un messaggio del Cremlino per raggelare noi tutti. Nessuno vuole la pace più dell’Ucraina e l’Ue sosterrà l’Ucraina finché sarà necessario” ha detto. Parole che hanno diviso il Parlamento, tra chi ha applaudito e chi ha invece fischiato la 65enne. Le urla solo state sommerse da un lunghissimo applauso dell’Aula dopo la netta bocciatura del viaggio russo dell’ungherese.

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