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Una locandiera davvero stupefacente

Sgominata una organizzazione di traffico e spaccio di droga all’ombra del bel barocco siracusano. Al vertice del sodalizio una donna dalle mille strategie di marketing.

Siracusa – Operazione antidroga del commissariato di Augusta che, all’alba di oggi, ha dato esecuzione a un’ordinanza di misura cautelare emessa dal gip Dott.ssa Tiziana Carrubba, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 11 persone di cui 3 in custodia cautelare in carcere, 1 agli arresti domiciliari, 1 sottoposta all’obbligo di dimora e 6 indagate in stato di libertà.

Per l’operazione, denominata “Crack Point”, le indagini sono state dirette dal Procuratore della Repubblica Dott.ssa Sabrina Gambino e dal Sostituto Procuratore Dott.ssa Silvia d’Armento, che hanno delegato un’importante attività investigativa agli uomini della Squadra investigativa del commissariato di Augusta, diretti dal Dirigente Dottor Marco Naccarato, da cui sarebbe emersa l’esistenza di un gruppo di soggetti dediti al trasporto, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti di tipo “cocaina” e “crack”.

I componenti del gruppo avrebbero gestito un’imponente piazza di spaccio in contrada Scardina ad Augusta, arrivando persino a minacciare e percuotere le vittime che non riuscivano a saldare il debito, il tutto con metodo estorsivo aggravato perché commesso da più persone.

L’attività di riscontro ha permesso di sequestrare 150 grammi di cocaina, 10.000 euro in contanti, 4 carte di reddito di cittadinanza (usate a titolo di garanzia), 2 libri-mastro con i crediti della droga annotati, nonché materiali di confezionamento e bilancini di precisione. Inoltre, sono stati segnalati 30 assuntori di sostanza stupefacente alla Prefettura (a cui è stato contestato l’illecito amministrativo e sequestrata la droga).

Parte della sostanza, del denaro, dei libri-mastro e delle carte è stata sequestrata durante le indagini svolte dal novembre 2022 al giugno 2023.

Il modus operandi

L’attività di indagine scaturisce da oculati servizi volti al contrasto del fenomeno di spaccio di sostanze stupefacenti, costantemente in aumento ad Augusta, prevalentemente in contrada Scardina, presso il cosiddetto complesso delle palazzine popolari.

Il personale della Squadra investigativa del commissariato di Augusta si è avvalso di una articolata attività di osservazione che, mediante oculate attività tecniche d’intercettazione, ha permesso di ricostruire il circuito di approvvigionamento e spaccio della sostanza stupefacente nell’area megarese.

Le investigazioni hanno dato riscontro dell’attività di vendita, cessione, distribuzione, trasporto e consegna di sostanze stupefacenti derivanti dalla cocaina, posta in essere da un gruppo soggetti.

Nel corso dell’attività sarebbe emerso che un ruolo di particolare importanza era rivestito da una donna di 60 anni che gestiva, all’interno della propria abitazione, un vero e proprio “laboratorio” e centro di spaccio. Qui veniva ricevuto lo stupefacente di tipo cocaina, qui veniva “lavorato” e trasformato in crack da cedere in singole dosi agli assuntori, a credito o dietro corrispettivo.

La sessantenne veniva contattata da diversi soggetti, alcuni dei quali conosciuti dal personale operante quali tossicodipendenti i quali, seppur in modo “codificato”, facevano esplicita richiesta alla donna di sostanza stupefacente. A fronte delle varie richieste, la stessa avrebbe invitato gli acquirenti a recarsi presso la propria abitazione per l’attività di compravendita della sostanza stupefacente che, in alcune circostanze, sarebbe stata anche consumata in loco (da cui il nome dell’operazione, “Crack Point”).

Nell’ambito di tale attività è emerso che la principale indiziata sarebbe stata coadiuvata stabilmente da alcuni collaboratori domiciliati in Augusta, anch’essi destinatari dell’odierna ordinanza. Gli stessi, oltre ad aver partecipato attivamente all’attività di cessione della sostanza stupefacente, avrebbero seguito pedissequamente le indicazioni fornite dalla donna al vertice del sodalizio, adoperandosi per trasportare lo stupefacente da Catania ad Augusta, il cui prezzo sarebbe stato stabilito dalla stessa donna.

Quest’ultima, infatti, avrebbe fornito le giuste direttive ai suoi più stretti collaboratori in merito a dove acquistare la sostanza, nonché sull’itinerario da intraprendere per evitare i controlli delle forze dell’ordine.

Ingente è il quantitativo di stupefacente ceduto dai soggetti indagati, in media tra i 200-250 grammi a settimana, i cui proventi sarebbero confluiti nelle casse della donna, mentre i suoi coadiutori sarebbero stati soddisfatti con altre utilità, in particolare con dosi di droga.

L’attività d’indagine ha dimostrato che i soggetti fortemente indiziati, in alcune occasioni, avrebbero ceduto sostanza stupefacente a credito, dunque senza corrispettivo, a diversi acquirenti, con ogni probabilità al fine di fidelizzare il cliente. I crediti in questione, poi, sarebbero stati annotati in appositi libri-mastro.

Al fine di recuperare il denaro dai propri creditori insolventi, la sessantenne al vertice del sodalizio utilizzava due strategie: la collaborazione di suoi fedelissimi che, dietro minacce o atti di violenza, recuperavano i proventi per suo conto; la consegna delle carte del reddito di cittadinanza di alcuni assuntori a titolo di pegno.

La donna è stata anche pizzicata mentre, scortata da un fedelissimo, si recava in piena notte presso l’ATM dell’ufficio postale più vicino a prelevare tutto il contante possibile dalle carte dei “clienti”, così da scongiurare che essi potessero nel frattempo utilizzarlo in altro modo.

I prevenuti, al termine delle incombenze di rito, verranno associati presso varie case circondariali dell’Isola, o sottoposti agli arresti domiciliari presso le loro abitazioni.

Nel corso delle perquisizioni a carico degli indagati destinatari di ordinanze di custodia cautelare, oltre ai telefoni cellulari in loro possesso, sono stati rinvenuti e sequestrati a carico della donna una dose di cocaina pari a 5,40 grammi, un libro contenente gli appunti dei debiti contratti dai vari assuntori, nonché 525 euro in banconote di vario taglio, materiale per il confezionamento e una carta del reddito di cittadinanza appartenente a un soggetto tossicodipendente.

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