Il fisioterapista 47enne lancia l’sos: ha lasciato tutto per andare a cercare la bimba. Ma sia lei che la madre risultano irreperibili.
Bologna – Non ha più contatti diretti con la figlia di 9 anni da più di due anni e da metà 2022 ha perso i
contatti anche con la madre, sua ex compagna, che è partita con la bimba a fine settembre 2021 per il suo Paese d’origine, la Polonia, facendo poi perdere gradualmente le loro tracce. È la storia denunciata da un cesenate, Filippo Zanella, fisioterapista di 47 anni, che a dicembre scorso ha mollato tutto e si è trasferito nel Paese dell’Est per rintracciare sua figlia e soprattutto per cercare di far rendere esecutive delle sentenze, sia italiane sia polacche, che impongono alla ex di riportare Noemi in Italia. Sia la donna sia la ragazzina risultano però irreperibili.
A maggio 2022 il tribunale polacco pronuncia una sentenza di rientro della minore in Italia ai sensi della Convenzione Aja 1980, divenuta definitiva a settembre dello stesso anno. Alla madre il tribunale dei minori di Bologna ha tolto la potestà genitoriale a giugno 2023, mentre a dicembre scorso il gip del tribunale di Forlì ha emesso per la bambina un ordine di protezione europeo. Zanella, collegato dalla Polonia, ha spiegato i dettagli della vicenda oggi in una conferenza stampa organizzata dal Comune di Cesena che lo sta aiutando a tenere i contatti con i funzionari della Farnesina e a mantenere alta l’attenzione sul caso, denunciato nei mesi scorsi dalla stampa locale e seguito anche dalla trasmissione di RaiTre “Chi l’ha visto”.
“Non posso dire nulla sulla correttezza della giustizia polacca – ha spiegato – la legalità almeno sulla carta ha
trionfato”. Quello che Zanella lamenta è una “inerzia” delle forze di polizia polacche, che non starebbero a suo avviso mettendo in campo tutto il necessario per rintracciare la donna e la figlia. In più c’è il sospetto che la famiglia della sua ex sia coinvolta, non avendone denunciato a sua volta la scomparsa. “La Polonia non sta cercando mia figlia con gli strumenti che nel 2024 uno si aspetta dalla Polizia”, ecco “perché stiamo cercando di far salire il livello di emergenza della scomparsa”.
“Il nostro ministero della Giustizia sta sottolineando la pericolosità delle azioni della madre ma questa comunicazione alla Polonia non arriva”. Il papà è in attesa di avere responsi dal Paese dell’est in ordine al cambiamento del livello di allerta nella ricerca della minore scomparsa, auspicando che sia applicata la procedura di “child alert”. A complicare il quadro diversi aspetti normativi locali: “in Polonia il sequestro nazionale tra parenti non è illegale, mentre lo è quello internazionale – spiega Zanella – altrimenti il giudice polacco non avrebbe condannato la mia ex. E in più lì esiste una legge che garantisce la possibilità di non
dover parlare a giudici e polizia a chi è a conoscenza di reati commessi da propri parenti. Non è nemmeno illegale disattendere l’obbligo scolastico”.
La bambina tra l’altro non risulta più iscritta ad alcuna scuola e non è seguita da nessun pediatra. Filippo Zanella è disperato: “La piaga dei sequestri, temiamo ci sia di mezzo un vero racket con associazioni che tutelano sequestratori e sequestratrici. Stiamo cercando di spingere la polizia a fare il suo dovere alzando l’attenzione mediatica e politica”. La deputata romagnola Alice Buonguerrieri (FdI) sta preparando una interrogazione o question time sul caso per portarlo in Parlamento.