Il rapporto Caritas ci dice che il fenomeno è diventato strutturale. In quindici anni gli “ultimi” sono più che triplicati e un’occupazione può non bastare.
Nel Belpaese la povertà c’ha fatto il nido, non è più di passaggio, un fenomeno residuale, bensì qualcosa di strutturale che coinvolge un italiano su dieci, ossia 5,6 milioni si persone. E il dato negli ultimi 15 anni si è triplicato e continua a crescere: nell’ultimo anno i soggetti in povertà assoluta sono aumentati di 357 mila unità, mentre i nuclei familiari che versano in tale condizione sono 2 milioni e 187 mila (+ 165 mila).
L’indigenza si allarga a macchia d’olio e lambisce categorie fino ad oggi ritenute al riparo dagli inferi della precarietà economica. Non sono soltanto i marginali e i disoccupati a ricorrere alle mense dei poveri e ai sussidi, adesso tocca anche agli occupati, soggetti che un lavoro ce l’hanno ma con uno stipendio talmente misero da non consentire loro di vivere con dignità. Pesano il mancato rinnovo dei contratti nazionali – in alcune categorie fermi da anni – e il diffuso precariato che obbliga il lavoratore ad accettare stipendi ben al di sotto della soglia di povertà.
La guerra in Ucraina e l’innalzamento del prezzo delle materie prime, oltre a spingere l’inflazione e rendere la spesa sempre più costosa, sta creando un nuovo tipo di povertà, quella energetica: sono ormai il 10 per cento le famiglie che non riescono a scaldare in modo adeguato, dato che nel Mezzogiorno supera il 16%.
Nel report della Caritas il dato più allarmante riguarda i minori in povertà, che hanno toccato la cifra di 1,2 milioni, il 13,4% dei bimbi italiani, Paese dove oltretutto è più marcata la tendenza a ereditare il disagio economico, dove le opportunità di riscatto per un ragazzo proveniente da una famiglia con pochi mezzi si riducono al lumicino: il famoso ascensore sociale si è sostanzialmente fermato.
Infine, mette i brividi constatare come l’indigenza lambisca da vicino oltre 14 milioni di italiani, il 24,4% della popolazione da considerarsi a rischio di povertà ed esclusione sociale, un dato nettamente superiore alla media europea.