Ultima Generazione in Austria dice “Stop ai blitz”, fondi rimasti per pagare spese legali

Gli ecoattivisti guidati da Marina Hagen-Canaval hanno deciso di fermarsi e accusano di essere stati mal tollerati dalla società.

Roma – Ultima Generazione, almeno in Austria, ha finito i soldi per i blitz. Colpo di scena per gli attivisti che ci hanno abituato a azioni dimostrative. Ad annunciare il “clamoroso” contrordine arrivato dalla rappresentanza ambientalista austriaca, Marina Hagen-Canaval, portavoce del movimento. Che spiega in un’intervista al Corriere della Sera che i fondi restanti verranno utilizzati per coprire le spese legali (circa 80mila euro) tenuto conto dei vari processi penali per organizzazione criminale e danni alla proprietà. Di certo però gli ecoattivisti non sembrano arrendersi. Per il futuro potrebbe nascere un nuovo movimento, con dimostrazioni più plateali.

Marina Hagen-Canaval, portavoce del movimento in Austria

Poi l’attivista lancia il suo j’accuse: “Siamo stati al massimo mal tollerati. La società è pigra o ignorante. Guardano al loro giardinetto e al loro lavoretto al quale vanno con la loro macchinetta, e mai oltre. Nella loro comfort-zone queste persone stanno morendo proprio come i poveri, le minoranze, il Sud globale dove il caldo uccide già. Ma sono più responsabili, perché sono quelli che i poveri e il Sud li sfruttano”. Il tema, riconosce Hagen-Canaval, è molto complesso. Ma questa, aggiunge “non è una scusa per ignorarlo. Noi lanciamo da due anni un allarme, e i politici dovrebbero sentirlo. Basterebbe partire dalle soluzioni facili. Noi chiediamo per esempio un limite dei 100 km/h sulle nostre autostrade: ridurrebbe le emissioni del 2%. Il governo potrebbe farlo domani. Non fanno niente”.

“Sarei d’accordo – riconosce l’ecoattivista – che siamo un’élite: bianchi, ricchi con genitori ricchi, pochi tra noi hanno il problema di fare la spesa e se in casa mia si rompe la lavatrice posso serenamente aggiustarla. Ma per questo lottiamo anche per chi non può lottare”. E adesso, cosa faranno? “La disobbedienza civile prevede due strade se una protesta non funziona. Aumentarne l’intensità: anziché bloccare autostrade, bloccare aeroporti. O protestare più spesso. Noi fonderemo un nuovo movimento, e potremmo fare entrambe le cose”.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa