Il delitto a Cerreto d’Esi nell’ottobre 2023. Concetta Marruocco fu massacrata con violenza inaudita. I giudici: “Pesava 120 chili, la sovrastava: non aveva nulla da temere da lei”.
Ancona – Un “fenomeno di overkilling,” un’esplosione di violenza con “feroce reiterazione dei fendenti” che ha ecceduto ogni necessità di uccidere. Così la Corte d’Assise di Ancona descrive l’omicidio di Concetta Marruocco, 53 anni, massacrata con 43 coltellate dal marito Franco Panariello, 56enne di Torre del Greco (Napoli), nella notte del 14 ottobre 2023 a Cerreto d’Esi, in provincia di Ancona. La sentenza, emessa il 17 dicembre 2024, ha inflitto l’ergastolo all’imputato, confermando premeditazione e brutalità in motivazioni depositate il 4 marzo 2025, condensate in appena 16 pagine.
Il delitto si è consumato nell’appartamento di via Ciccolini, dove Concetta dormiva sul letto. Panariello, allontanato da casa per maltrattamenti e munito di braccialetto elettronico dopo una denuncia della moglie, è rientrato quella notte. Il dispositivo, scarico, non ha segnalato la violazione. “Portava con sé un coltello da cucina allo specifico fine di uccidere,” scrivono i giudici, presieduti da Roberto Evangelisti, smontando la tesi difensiva di un chiarimento. “Incomprensibile che si sia avvicinato con un’arma solo per discutere: pesava 120 chili e sovrastava la moglie,” aggiunge la Corte, bollando come “non credibile” la versione dell’imputato.
Un massacro premeditato
Concetta Marruocco, originaria come il marito di Torre del Greco e trasferitasi nelle Marche, è stata sorpresa nel sonno. I 43 colpi, inferti con un coltello da cucina, hanno devastato il suo corpo, concentrandosi su torace, collo e arti. “L’azione eccedeva nell’azione lesiva che ne causava la morte,” sottolinea la sentenza, evidenziando un accanimento che va oltre l’intento omicida, un “overkilling” tipico di delitti passionali o di rabbia incontrollata. Panariello, arrestato poco dopo dai carabinieri di Fabriano, non ha mai negato il gesto, ma ha sostenuto di aver agito d’impulso dopo un litigio. Una ricostruzione respinta dalla Corte: l’arma portata da casa e il braccialetto scarico indicano un piano.
Storia di ordinaria violenza
Il femminicidio è l’epilogo di anni di soprusi. Concetta aveva denunciato Panariello per maltrattamenti, ottenendo l’allontanamento e il monitoraggio elettronico. A ottobre 2024, l’uomo era stato condannato a 5 anni per quei reati, ma la difesa, rappresentata dall’avvocato Ruggero Benvenuto, ha già fatto appello. Lo stesso accadrà per l’ergastolo: “Presenteremo ricorso,” conferma Benvenuto, anticipando una battaglia in Corte d’Appello per ridimensionare le responsabilità del suo assistito. La Procura di Ancona, guidata dal pm Serena Bizzarri, aveva invece chiesto e ottenuto il massimo della pena, forte delle prove: il coltello, le testimonianze dei vicini e il passato di violenze.
Le motivazioni: una sentenza lampo
Le 16 pagine di motivazioni, insolitamente concise per un caso di questa gravità, sono un atto d’accusa senza sconti. “Non aveva nulla da temere dalla moglie,” scrivono i giudici, escludendo ogni attenuante. La Corte ha riconosciuto le aggravanti della premeditazione e del legame familiare, dipingendo Panariello come un uomo determinato a punire Concetta per averlo denunciato. Il braccialetto scarico, poi, emerge come un fallimento del sistema di protezione: un cortocircuito tecnologico che ha lasciato la vittima indifesa.