Giovanni Salamone ammazzò Patrizia Russo mentre dormiva nella loro casa nell’Alessandrino: “Mi volevano fregare i soldi. Non so spiegare chi e come. Ero posseduto”. I figli della coppia si sono costituiti parte civile. Respinta la richiesta di perizia psichiatrica.
Alessandria – “Ero posseduto da Satana”. Così Giovanni Salamone, oggi 62enne, ha spiegato davanti alla Corte d’Assise di Alessandria il femminicidio della moglie, Patrizia Russo, 53 anni, colpita a morte nel sonno nella casa di famiglia a Solero, piccolo comune in provincia di Alessandria. Era la notte tra il 15 e il 16 ottobre 2024.
“Ero posseduto da Satana”
Una confessione già resa ai carabinieri il giorno del delitto e ora ripetuta in aula, tra le lacrime, nel corso di un’udienza durata poco più di un’ora. Salamone ha dichiarato di essere preda di visioni e voci confuse: “Mi volevano fregare i soldi. Non so spiegare chi e come. Ero posseduto da Satana”.
Notti insonni e depressione
Secondo i legali della difesa, gli avvocati Elisabetta Angeleri e Gianfranco Foglino, l’uomo avrebbe agito in un forte stato depressivo, alimentato da problemi economici e giudiziari: cartelle esattoriali e un processo per ricettazione (dal quale è stato poi assolto). Le richieste di una perizia psichiatrica sono state però respinte, perché – secondo la Corte – esisterebbe già una consulenza tecnica dell’accusa, sufficiente a valutare la capacità di intendere e volere.
Dalla ricostruzione, emergono notti insonni, angosce crescenti, un isolamento mentale che sarebbe stato segnalato anche dalla vittima alla sua migliore amica, ascoltata in aula come testimone. La donna aveva riferito di condizioni psicologiche del marito sempre più preoccupanti.
La tragedia
Alle 7 del mattino del 16 ottobre, Salamone ha chiamato i carabinieri confessando l’omicidio. Quando i militari sono giunti nell’abitazione di via Cavoli, hanno trovato la moglie senza vita e l’uomo in stato confusionale.
Poche ore dopo la convalida del fermo, nella Casa circondariale di Alessandria, Salamone ha tentato di togliersi la vita. Ora è detenuto nel carcere di Marassi, a Genova.
Una famiglia distrutta
In aula sono stati ascoltati anche i figli della coppia, Giuliana e Francesco, entrambi costituiti parte civile nel processo, oltre a familiari di entrambe le parti. L’udienza si è svolta in un clima di profondo dolore.
Giovanni e Patrizia si erano trasferiti a Solero nel 2023 dalla Sicilia per motivi di lavoro. Lei insegnava nelle scuole medie del paese, lui si occupava della coltivazione di olio. Apparivano come una coppia integrata nella comunità locale, fino alla notte in cui tutto è precipitato.
La prossima udienza è fissata per il 9 giugno.