La decisione conferma l’assoluzione di primo grado. La Cassazione aveva ordinato il nuovo processo dopo la condanna a 6 anni, 2 mesi e 20 giorni inflitta al giovane nel dicembre 2023.
Torino – Assolto per la seconda volta. Alex Pompa, il ragazzo che la sera del 30 aprile 2020 uccise a coltellate il padre Giuseppe per difendere sua madre, è stato assolto anche nel secondo processo d’appello che si è chiuso oggi a Torino. La Cassazione aveva ordinato il nuovo processo dopo la condanna a 6 anni, due mesi e venti giorni inflitta al giovane nel dicembre 2023, che aveva ribaltato il primo verdetto di assoluzione per legittima difesa.
Il dramma si consumò nella loro casa di Collegno, alle porte di Torino. , per difendere sua madre dalla violenza dell’uomo a cui l’intera famiglia era sottoposta da anni.
La vicenda processuale di Alex si era trasformata in un caso etico ancor prima che giuridico. Assolto in primo grado per legittima difesa, il secondo grado aveva ribaltato il verdetto ritenendo troppe le 34 coltellate inferte con sei coltelli diversi dal ragazzo al padre per non ravvisare l’omicidio volontario. Alex rischiava 14 anni di carcere, uno sproposito per lo stesso pm che aveva sostenuto la sua colpevolezza, impossibilitato a chiedere le attenuanti generiche e la provocazione in seguito alla riforma del codice rosso, che imponeva di non poter applicare attenuanti a chi avesse ucciso un proprio congiunto.
Così il processo aveva subito uno stop in attesa che si pronunciasse la Corte Costituzionale, che il 30 ottobre aveva stabilito che la norma dovesse essere modificata sul punto: da qui la possibilità di rimodulare al ribasso la pena di Alex e la conseguente sentenza.
“Non vedo l’ora di riabbracciare la mia cagnolina Zoe e tornare a una normale quotidianità”, ha detto Alex – che nel frattempo ha preso il cognome della madre, Cotoia – subito dopo la sentenza. “Sono ancora frastornato. Quando i giudici hanno letto la sentenza mi sono voltato verso i miei avvocati perché non sempre capisco cosa viene detto in queste aule. Ora devo metabolizzare, io metabolizzo sempre dopo”.
“Alex ora deve essere lasciato in pace, non ha praticamente ancora vissuto. Siamo contenti che sia finito un calvario giudiziario”, ha detto l’avvocato Claudio Strata, suo difensore. “Siamo davvero contenti – ha aggiunto – Quando in Aula è stata letta la sentenza è esplosa la gioia di Alex e dei suoi familiari”. L’avvocato ha evidenziato poi una “linea durissima” da parte della pubblica accusa: “Avevano schierato l’artiglieria pesante, ma per fortuna siamo riusciti a dimostrare l’innocenza di Alex”.