Anna Scala

Uccise Anna Scala con 17 coltellate e nascose il corpo nell’auto: ergastolo per l’ex compagno

Salvatore Ferraiuolo, che durante il processo ha cambiato più volte versione dei fatti, è rimasto impassibile alla lettura del dispositivo. La figlia della vittima: “Ha avuto la condanna che merita”.

Napoli – La Corte di Assise di Napoli (prima sezione) ha condannato all’ergastolo Salvatore Ferraiuolo, accusato del brutale femminicidio di Anna Scala, 43 anni, assassinata con almeno 17 coltellate il 17 agosto 2023 a Piano di Sorrento, in provincia di Napoli. La sentenza, letta nell’aula 115 del Nuovo Palazzo di Giustizia, ha accolto la richiesta della Procura di Torre Annunziata, rappresentata dal pm Ugo Spagna, che aveva invocato la massima pena per l’imputato, riconoscendo tutte le aggravanti, inclusa quella della crudeltà. Ferraiuolo, che durante il processo ha cambiato più volte versione dei fatti, è rimasto impassibile alla lettura del dispositivo. La figlia della vittima, Maria Svato, presente in aula, ha commentato tra le lacrime: “Nulla mi restituirà mia madre, ma lui ha avuto la condanna che merita.”

Aggredita e massacrata con un coltello da cucina

Anna Scala, madre e lavoratrice stagionale nel settore turistico, è stata uccisa nella sua abitazione di via Santa Margherita a Piano di Sorrento dall’ex compagno Salvatore Ferraiuolo, 48 anni, con cui aveva avuto una relazione tormentata, interrotta pochi mesi prima del delitto. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il 17 agosto 2023 Ferraiuolo ha aggredito Anna con un coltello da cucina, colpendola con almeno 17 fendenti al torace, al collo e al volto. Dopo l’omicidio, l’uomo ha avvolto il corpo in un lenzuolo e lo ha nascosto nel bagagliaio dell’auto della vittima, una Fiat Panda parcheggiata vicino casa, nel tentativo di occultare il crimine.

Anna Scala
Anna Scala e l’ex compagno suo killer, ora condannato all’ergastolo

Il corpo è stato scoperto il giorno successivo, dopo che la figlia della donna, Maria Svato, 21 anni, non riuscendo a contattare la madre, ha allertato i Carabinieri. Le indagini, condotte dalla Compagnia di Sorrento e coordinate dalla Procura di Torre Annunziata, hanno subito puntato su Ferraiuolo, fermato poche ore dopo grazie alle immagini di videosorveglianza e alle testimonianze di vicini, che avevano segnalato urla provenienti dall’appartamento. L’arma del delitto, un coltello con una lama di 20 centimetri, è stata ritrovata nascosta in un cassetto della cucina.

Contraddizioni e aggravanti

Durante il processo, Ferraiuolo ha fornito versioni contrastanti, passando da un’iniziale negazione a una parziale ammissione, sostenendo che l’omicidio fosse avvenuto in un raptus di gelosia dopo un litigio. Tuttavia, la Corte ha ritenuto credibile la ricostruzione della Procura, che ha descritto un delitto premeditato, aggravato dalla crudeltà e dal rapporto di pregressa relazione con la vittima. “L’efferatezza dei colpi e il tentativo di nascondere il corpo dimostrano una chiara volontà omicida”, ha dichiarato il pm Ugo Spagna, come riportato da Il Mattino.

Le aggravanti riconosciute comprendono la crudeltà, per la brutalità dell’aggressione, e lo stalking, poiché Ferraiuolo aveva molestato Anna con messaggi e chiamate insistenti dopo la fine della relazione. Le motivazioni della sentenza, attese entro 90 giorni, chiariranno ulteriormente il ragionamento della Corte.

La figlia Maria: “Lui ha avuto quel che si merita”

Maria Svato, accompagnata dall’avvocato di parte civile Salvatore Esposito, era presente in aula al momento della sentenza. “Questa è la condanna della giustizia terrena”, ha detto tra le lacrime, come riportato da Repubblica. “Se potessi, vorrei solo riabbracciare mia madre ancora una volta.” La giovane, che ha perso il padre anni prima, ha ricordato la madre come una donna forte e amorevole, “che viveva per me e per il suo lavoro”. La comunità di Piano di Sorrento si è stretta attorno a Maria, organizzando una veglia in memoria di Anna il 18 agosto 2023, a cui hanno partecipato centinaia di persone.

Il sindaco Salvatore Cappiello ha commentato: “La condanna di Ferraiuolo è un segnale importante, ma non basta. Dobbiamo lavorare per prevenire questi orrori.” Il caso si aggiunge al drammatico aumento dei femminicidi in Italia: secondo Eures, nel 2025 sono già 28 le donne uccise, con la Campania tra le regioni più colpite.


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