La Corte d’assise d’appello di Cagliari ha riconosciuto la donna colpevole di concorso nell’omicidio dell’ex cognato Angelo Maria Piras, ucciso nel 2015 con la complicità del marito.
Cagliari – Si è concluso con una condanna a 21 anni di reclusione il processo di appello bis per l’omicidio di Angelo Maria Piras, l’allevatore di Lula (Nuoro) ucciso a colpi di fucile il 25 gennaio 2015. La Corte d’assise d’appello di Cagliari ha giudicato colpevole Alice Flore, 41 anni, ritenendola responsabile in concorso morale e materiale con il marito Nico Piras, fratello della vittima.
La decisione arriva al termine di un lungo iter giudiziario segnato da più gradi di giudizio e da un drammatico epilogo familiare: Nico Piras, inizialmente imputato insieme alla moglie, è stato ucciso nell’ottobre 2023 dal nipote Antonello Piras, figlio della vittima, durante una lite esplosa a margine della manifestazione Cortes Apertas.
Una vicenda familiare segnata dal sangue
Il processo era stato riaperto dopo che la Cassazione aveva annullato la sentenza d’appello della Corte di Sassari, che nel 2019 aveva condannato entrambi i coniugi a 24 anni di reclusione. In primo grado, invece, i due erano stati assolti.
Nel nuovo processo di appello, il procuratore generale Luigi Patronaggio aveva chiesto l’assoluzione della donna, ma i giudici hanno accolto in pieno la ricostruzione dell’accusa, confermando la responsabilità di Alice Flore nell’agguato mortale ai danni dell’ex cognato.
La difesa annuncia ricorso
I legali della donna, Francesco Lai e Potito Flagella, hanno espresso delusione per l’esito del processo e annunciato l’intenzione di ricorrere nuovamente in Cassazione, sostenendo che la loro assistita non avrebbe avuto un ruolo attivo nell’omicidio.