Il provvedimento fa seguito ad altri tre, emessi negli scorsi mesi, che hanno consentito di recuperare in tutto oltre 8,5 milioni di euro.
Aosta – Nel corso degli ultimi giorni, i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Aosta hanno dato esecuzione ad un ulteriore decreto di sequestro preventivo emesso dal G.I.P. del Tribunale di Aosta, su richiesta della locale Procura della Repubblica, per un ammontare di circa 800 mila euro, nei confronti di una società avente sede nel comune di Perloz, in relazione a crediti fiscali fittiziamente maturati nell’ambito del c.d. “Superbonus 110”, connessi a lavori su tre condomini ubicati nel territorio regionale.
L’esecuzione si inserisce in una più ampia attività di indagine, partita nel mese di febbraio 2024, che ha portato all’iscrizione sul registro degli indagati di nove persone e tre società: alle persone fisiche sono contestate, a vario titolo, ipotesi delittuose di truffa ai danni di privati, di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, di riciclaggio, di autoriciclaggio, di false asseverazioni e di indebite compensazioni di crediti di imposta; alle tre società sono contestati gli illeciti amministrativi derivanti dai reati di truffa ai danni di privati, di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, di riciclaggio, di autoriciclaggio e di indebite compensazioni di crediti di imposta.
Il provvedimento cautelare reale fa seguito ad altri tre, emessi negli scorsi mesi di aprile, luglio e settembre 2024, che hanno portato all’esecuzione di sequestri diretti e per equivalente di crediti di imposta pari ad un totale di euro 8.544.771,60 in capo alle tre società indagate e ad altre nove società (tutte residenti fuori Valle) che hanno acquistato in buona fede i crediti asseritamente illegittimi, nonché al sequestro diretto e per equivalente di profitto del reato per euro 1.824.235,83 in capo agli indagati.
Secondo quanto emerso a livello gravemente indiziario, il modus operandi degli indagati avrebbe avuto come regia un architetto valdostano e un commercialista catanese operante in Valle d’Aosta; le tre società di costruzioni indagate avrebbero emesso fatture per prestazioni edili in materia di “Superbonus 110” non ancora rese, al fine di crearsi crediti fiscali non dovuti.
Le pratiche edilizie, relative a dieci condomìni ubicati nel territorio regionale, sarebbero state asseverate e trasmesse dall’architetto sul portale ENEA al fine di legittimare formalmente la genesi dei crediti. Successivamente, il commercialista, secondo quanto emerso a livello indiziario, avrebbe apposto il visto di conformità su tali documenti, permettendone l’inserimento sui cassetti fiscali dei proprietari degli immobili.