Truffa milionaria all’Opera di Santa Maria del Fiore

Blitz della polizia in sette province: smantellata rete criminale internazionale che ha colpito l’ente gestore della Cattedrale. Decimo indagato in fuga.

Firenze – Un’imponente operazione di polizia ha portato questa mattina all’esecuzione di nove misure cautelari per smantellare un’organizzazione criminale responsabile di una colossale frode ai danni dell’Opera di Santa Maria del Fiore, l’ente che amministra il complesso monumentale del Duomo di Firenze. Il blitz, coordinato dalla Procura bresciana, ha coinvolto sette territori provinciali tra Lombardia, Toscana, Lazio e Veneto.

Gli indagati, di nazionalità italiana, albanese, cinese e nigeriana, devono rispondere di accuse pesanti: creazione di documenti contabili relativi a prestazioni mai fornite, movimentazione illecita di capitali e reinvestimento di proventi illeciti. Un decimo sospettato risulta attualmente latitante.

L’attività investigativa, condotta dalla Squadra Mobile bresciana, è partita lo scorso marzo dopo che l’organizzazione religiosa fiorentina aveva denunciato di essere stata vittima di un raggiro di proporzioni enormi. L’ente no profit, responsabile della conservazione e valorizzazione della basilica cittadina, della torre campanaria progettata da Giotto e dell’antico battistero, si è trovato al centro di un complesso schema fraudolento.

Gli accertamenti hanno rivelato l’esistenza di un articolato sistema criminale basato sulla produzione di documentazione fiscale completamente fittizia. Le transazioni commerciali documentate sulla carta non corrispondevano ad alcuna reale fornitura di beni o servizi. Il denaro così ottenuto veniva poi fatto confluire attraverso canali illegali per nasconderne la provenienza illecita.

In sole due stagioni, secondo le stime investigative, il gruppo criminale sarebbe riuscito a dirottare illegalmente circa trenta milioni di euro. Un ammontare straordinario che testimonia la sofisticazione del meccanismo messo in atto.

Parallelamente ai fermi, le forze dell’ordine stanno conducendo ispezioni presso diverse imprese risultate coinvolte nella rete di falsificazione documentale e nelle successive operazioni di ripulitura del denaro. Le verifiche mirano a ricostruire l’intera catena delle società-schermo utilizzate per dare apparente legittimità alle transazioni fraudolente.