Truffa e falso in atto pubblico, nei guai a Teramo anche un notaio e un medico

Con atti notarili e certificati medici falsi, avrebbero sottratto a prezzo stracciato un immobile ad un’anziana donna in precarie condizioni di salute.

Teramo – Sei indagati, tra cui un notaio e un medico, sono stati rinviati a giudizio, a Teramo, per falso in atto pubblico e truffa. Le indagini della Guardia di finanza, coordinate dalla Procura, hanno ricostruito le varie fasi di un disegno criminoso, finalizzato a trasferire la titolarità di un immobile all’insaputa dell’effettivo proprietario, un’anziana donna allettata a causa delle precarie condizioni di salute.

La truffa sarebbe stata realizzata attraverso la compilazione di atti notarili falsi, tra cui una procura speciale a vendere e un certificato medico contraffatto, in cui si attestava la piena capacità di intendere e di volere della donna. Tale certificazione specialistica e le firme apocrife della donna hanno garantito agli autori della frode di acquisire la disponibilità dell’immobile a un prezzo irrisorio, 30mila euro.

L’importo ribassato sarebbe stato giustificato da una perizia effettuata da un tecnico che, si legge nell’atto notarile, avrebbe rilevato come la costruzione si trovasse “in pessimo stato di conservazione e di manutenzione per vetustà e abbandono, inabitato e inabitabile”. Tuttavia, le indagini svolte hanno evidenziato che lo stesso professionista non si è mai recato presso quell’immobile. Inoltre, il prezzo sarebbe stato corrisposto al momento della stipula del rogito, come dichiarato nell’atto, direttamente nelle mani dell’anziana proprietaria, tuttavia deceduta diversi mesi prima.

A seguito della compravendita, il notaio avrebbe poi falsamente attestato di aver ricevuto una ratifica dell’atto da parte della figlia della donna, che non avrebbe quindi vantato alcun diritto sull’immobile. Nell’atto di ratifica, il notaio attestava l’impossibilità della congiunta di sottoscrivere l’atto “perché affetta da indebolimento degli arti superiori”, circostanza completamente smentita ai finanzieri dalla diretta interessata. Con le medesime modalità, il notaio e un altro soggetto hanno provveduto a stipulare un ulteriore atto di compravendita di due immobili di proprietà di un soggetto tutelato da un amministratore di sostegno, in quanto incapace di intendere e di volere, ricoverato presso una struttura abitativa di emergenza (S.A.E.) e inconsapevole della cessione.

Dall’analisi dei flussi monetari, i finanzieri hanno rilevato che la vittima ha percepito oltre 100mila euro, che successivamente sono stati trasferiti in Bulgaria e nelle casse di una società di compravendita di autovetture. Al termine delle indagini, le Fiamme gialle hanno svolto mirati accertamenti nei confronti del notaio coinvolto nella vicenda, controlli che hanno rilevato irregolarità negli obblighi di conservazione dei dati, dovute alla mancata esibizione dei documenti richiesti dalla normativa di settore, con conseguente irrogazione di una sanzione amministrativa.

Nel contempo, si è provveduto alla trasmissione degli atti alla competente Direzione Provinciale dell’Agenzia delle Entrate per l’applicazione dell’ulteriore sanzione prevista in caso di inottemperanza all’invito a presentarsi senza giustificato motivo, attesa l’irreperibilità del professionista in seguito alla notifica dell’avvio dell’attività ispettiva.

Il Tribunale di Teramo di un immobile dal valore di mercato stimato in 650mila euro, costituente il profitto illecito dell’articolata truffa, realizzata con la compiacenza di un notaio e di un medico, entrambi indagati insieme ad altre quattro persone. I sei sono stati rinviati a giudizio di sei indagati per falso in atto pubblico e truffa. Il medico ha già patteggiato la pena e, come si legge nella relativa sentenza, è stata dichiarata anche la falsità dei certificati medici, strumentali alla realizzazione della condotta criminosa.

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