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Treviso, pestato e invitato a cena da padre del bullo: “Capirò perché mi ha picchiato”

Luca Gobbo, 50 anni, voleva difendere una donna dall’aggressione di due minori. Preso a pugni è riuscito a trovare un dialogo pacificatore.

Treviso – A volte la vita è imprevedibile: quello che è accaduto nella città veneta ne è testimonianza. Viene picchiato da due minorenni mentre tenta di difendere una donna. Poi il padre di uno dei due bulli lo invita a cena. Non è uno scherzo, tanto che la vittima del pestaggio accetta. Perché? Vuole capire i motivi per cui è stato picchiato. Nell’era dei minori deviati e della violenza sulle donne, questa è di certo una storia di dialogo destinata a insegnare qualcosa e a fare storia.

Protagonista della vicenda è Luca Gobbo, 50 anni, trevigiano che vive in Svizzera è stato preso a pugni e calci, anche quando era a terra, dopo che in centro nella città veneta era intervenuto per difendere una donna presa di mira da due minorenni. La signora aveva rimproverato i ragazzi perché facevano impennate in bicicletta in una zona riservata ai passanti. Per tutta risposta, i due bulli hanno iniziato ad offenderla, filmando tutto con il telefonino.

A quel punto, nel tentativo di difenderla, il 50enne è stato pestato. Sul posto, in vicolo Rialto, sono poi intervenuti i poliziotti, che hanno dovuto respingere a loro volta un tentativo di aggressione della coppia di giovani violenti. Gli agenti hanno arrestato alla fine il più grande, un 17enne, e denunciato il 15enne, per violenza e resistenza a pubblico ufficiale. L’uomo intervenuto in difesa della signora ha dovuto ricorrere alle cure dei sanitari.

Ma non è finita: l’uomo aggredito è stato invitato a cena dal papà del 17enne arrestato. Una sorta di pacificazione. “Non ho nessun rancore – ha detto Gobbo  – Per me sarebbe bellissimo poterlo vedere e capire cosa gli è saltato per la testa. Anch’io sono padre e l’ultima cosa che vorrei vedere è un ragazzo che perde le redini della sua vita”. Alla famosa cena non sappiamo cosa i due padri si siano detti, ma è comunque una storia da raccontare in un mondo dove bulli e violenza occupano le cronache.

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