Maestra sospesa da scuola cattolica per il profilo OnlyFans: “Non mi vergogno”

La 29enne Elena Maraga difesa da alcuni genitori: “Lavora bene”. L’istituto di Treviso le contesta una condotta incoerente con i valori religiosi.

Treviso – È stata sospesa dall’impiego e dallo stipendio Elena Maraga la maestra 29enne di una scuola dell’infanzia cattolica nella provincia di Treviso, dopo che è emersa la sua attività parallela su OnlyFans, la piattaforma nota per contenuti per adulti. La notizia, riportata dalla Tribuna di Treviso, ha scatenato un acceso dibattito tra famiglie, istituzione scolastica e opinione pubblica. Assunta con un contratto a tempo indeterminato, la giovane educatrice è finita sotto i riflettori quando alcuni genitori hanno scoperto il suo profilo online, dove pubblica foto e video a pagamento, una “doppia vita” che l’istituto parrocchiale ritiene incompatibile con la propria impronta religiosa.

L’incontro decisivo si è tenuto ieri, 19 marzo, nella sede della scuola, affiliata alla Federazione Italiana Scuole Materne (Fism). La dirigenza, guidata dal parroco e legale rappresentante, ha contestato alla maestra una condotta non in linea con i valori cristiani che l’istituto promuove. “La sua attività compromette l’immagine della scuola e il ruolo educativo,” ha dichiarato una fonte interna, sottolineando come la vicenda rischi di incrinare la fiducia delle famiglie. La sospensione, immediata e senza stipendio, è stata formalizzata in attesa di ulteriori provvedimenti, che potrebbero sfociare nel licenziamento.

Alcuni genitori: “Quello che fa nel privato non ci riguarda”

Non tutti, però, condividono la linea dura della scuola. Alcuni genitori si sono schierati a difesa della maestra, firmando una lettera al parroco per chiederne il reintegro. “Con i bambini è brava, il suo lavoro lo svolge al meglio,” scrivono una trentina di mamme, come riportato da Sky TG24. Per loro, l’attività su OnlyFans—svolta fuori dall’orario scolastico—non influisce sulla professionalità dell’educatrice. “Quello che fa nel privato non ci riguarda,” ha commentato un genitore, evidenziando il contrasto tra il sostegno alla maestra e le critiche di chi vede nella sua condotta un tradimento dei principi cattolici.

Elena Maraga
Elena Maraga, la maestra sospesa per la sua attività su Onlyfans

Elena Maraga, nei giorni scorsi, aveva rotto il silenzio con interviste ai quotidiani locali, tra cui la Tribuna di Treviso. “Non provo imbarazzo, mi sento libera di esibire il mio corpo,” ha dichiarato senza arretrare di un passo. Atleta di bodybuilding nella categoria bikini e modella part-time, la maestra considera la piattaforma un modo per “valorizzare” se stessa e arrotondare lo stipendio—circa 1.200 euro al mese—ritenuto “insostenibile” per le sue ambizioni. “Non faccio male a nessuno,” ha aggiunto, rivendicando il diritto alla libertà personale.

Il parroco: “L’immagine della scuola e la serenità dei bambini vengono prima”

La vicenda ha riacceso il dibattito sui confini tra vita privata e responsabilità professionale, soprattutto in contesti educativi religiosi. La Fism Treviso, per voce della presidente Simonetta Rubinato, aveva già anticipato l’intenzione di varare un codice etico per regolamentare il comportamento degli insegnanti sui social, sul modello delle linee guida per i dipendenti pubblici. “Un’educatrice deve mantenere decoro e riservatezza,” ha sottolineato Rubinato, definendo la condotta della maestra “lesiva dell’immagine dell’istituto.”

Il parroco, dopo aver consultato un consulente del lavoro e un avvocato della Diocesi, ha optato per la sospensione come primo passo. “Stiamo tutelando tutte le parti coinvolte,” ha spiegato in un comunicato, “ma l’immagine della scuola e la serenità dei bambini vengono prima.” Non è escluso che la maestra possa impugnare il provvedimento, aprendo una disputa legale che aggiungerebbe un ulteriore capitolo a questa storia.

Prevalgono i valori o la libertà?

Il caso di Treviso non è isolato—ricorda quello di una barista di San Fior che nel 2023 triplicò i guadagni passando a OnlyFans—ma colpisce per il contesto: un asilo cattolico, dove l’aspettativa di coerenza valoriale è alta. Mentre la maestra attende il suo destino, la comunità resta spaccata: da un lato chi invoca la libertà individuale, dall’altro chi difende l’identità cristiana della scuola. Una cosa è certa: la storia di Elena Maraga è destinata a far discutere ancora.

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