Tra i condannati un ex membro della baby gang QBR, un truffatore seriale e un uomo accusato di violenza sessuale su minore. Operazioni condotte dalla Squadra Mobile.
Verona – Tre diversi arresti in soli cinque giorni: è il bilancio delle ultime operazioni condotte dagli agenti della Squadra Mobile della Polizia di Stato di Verona, impegnati nell’esecuzione di ordini di carcerazione emessi dall’Autorità Giudiziaria nei confronti di tre cittadini italiani, tutti condannati in via definitiva per reati gravi e di diversa natura.
Il primo arresto: un giovane della baby gang QBR
Nel pomeriggio di sabato 7 giugno, gli agenti della Sezione Catturandi hanno rintracciato un ventitreenne residente a Verona, già noto alle forze dell’ordine per la sua appartenenza alla baby gang QBR, attiva nel territorio scaligero. Il giovane era stato condannato per una lunga serie di reati commessi in età adolescenziale: associazione per delinquere, rapina aggravata, sequestro di persona, spaccio di stupefacenti e ricettazione.
Secondo arresto: truffe e violazione degli obblighi familiari
Nella mattinata di mercoledì, gli agenti hanno arrestato un quarantaduenne residente a Brescia, localizzato a Verona. L’uomo era stato condannato a 2 anni e 5 mesi di reclusione per violazione degli obblighi di assistenza familiare, truffa e ricettazione aggravata. A causa della gravità e della reiterazione dei reati, l’Autorità Giudiziaria aveva respinto la richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali.
Terzo arresto: violenza sessuale su minore
Sempre mercoledì, nel pomeriggio, è stato infine arrestato un sessantaduenne residente a Valeggio sul Mincio, condannato per aver costretto una ragazza minorenne a compiere e subire atti sessuali per un periodo prolungato, tra l’agosto 2018 e il giugno 2019. Le indagini hanno documentato condotte reiterate e gravi di violenza sessuale, aggravate dalla vulnerabilità della vittima. L’uomo dovrà ora scontare 4 anni e 6 mesi di reclusione.
L’attività della Polizia di Stato
Le tre operazioni testimoniano l’efficacia e la continuità dell’azione repressiva messa in campo dalla Polizia di Stato, in stretta collaborazione con l’Autorità Giudiziaria, per dare esecuzione a provvedimenti definitivi e assicurare alla giustizia soggetti ritenuti socialmente pericolosi.