Il 9 agosto hanno travolto l’uomo mentre era in bici lungo la Provinciale 149. Il piano architettato da Adilma Pereira Carneiro: voleva mettere le mani sui 3 milioni del marito e ha coinvolto altri 5 complici, promettendo a tutti qualcosa.
Milano – Non era un incidente. Fabio Ravasio, il ciclista di 52 anni investito il 9 agosto scorso a Parabiago, nel Milanese mentre era in sella alla sua mountain bike, è stato ucciso. I carabinieri della compagnia di Legnano, su richiesta della procura di Busto Arsizio, hanno fermato 5 uomini e una donna, Adilma Pereira Carneiro, compagna della vittima, con l’accusa di omicidio pluriaggravato dalla premeditazione.
Inizialmente sembrava che l’uomo fosse stato vittima di un incidente stradale causato da un pirata della strada poi datosi alla fuga. Invece la visione delle immagini immortalate dai sistemi di video sorveglianza stradale presenti sul luogo del dramma ha suggerito ai carabinieri che si sia trattato di una vera e propria “esecuzione”.
Il fatto è avvenuto in via Vela, vicino alla Strada Provinciale 149. L’auto che ha investito il 52enne, una Opel Corsa nera, prima ha cambiato carreggiata e poi lo ha investito frontalmente con un impatto violentissimo che lo ha fatto cadere per poi sbattere contro un guard-rail. Nell’impatto la carrozzeria dell’auto e luci sono rimaste danneggiate. Ravasio, contitolare della Mail Boxes di via Manzoni a Magenta, è stato trasportato in gravissime condizioni all’ospedale di Legnano, dove è morto il giorno seguente.
Visionando le immagini i carabinieri hanno riscontrato che la targa dell’auto era stata contraffatta. Da ulteriori accertamenti è quindi emerso che l’auto era intestata alla compagna di Ravasio, Adilma Pereira Carneiro, 49enne di origine brasiliana, residente in zona. L’auto è stata poi ritrovata dopo la confessione degli indagati, parcheggiata nel garage della donna.
Da qui sono partite le indagini sulla rete di conoscenze della vittima e della donna. Finché il pubblico ministero, che ha coordinato i carabinieri della compagnia di Legnano, ha trovato “elementi rilevanti” che la morte del 52enne non fosse dovuta a un incidente stradale ma a un investimento, deliberato volontariamente da parte di chi guidava l’auto.
Quindi la confessione a Busto Arsizio, il 22 agosto sera: i 6 hanno ucciso Fabio Ravasio per soldi con un piano diabolico, investirlo mentre andava in bici – era uno sportivo e la sua passione per le due ruote era ben nota a tutti in paese e nell’Alto Milanese – facendo sembrare che fosse stato un incidente causato da un pirata della strada. Il movente? Il denaro. La 49enne brasiliana voleva mettere le mani sul patrimonio accumulato dal compagno, circa 3 milioni di euro. E per questo ha coinvolto altre cinque persone tra i quali un figlio e il fidanzato di un’altra figlia, promettendo a tutti qualcosa. Ora tutti quanti sono in carcere a Busto Arsizio: per loro l’accusa è di omicidio aggravato dalla premeditazione.